Roma, 21 mag. - "Dovrebbero essere castrati gli uomini che determinano queste gravidanze, non chimicamente ma chirurgicamente. Bisogna prevenire? Allora puntiamo sulla castrazione definitiva, chirurgica, agli uomini che provocano tutto cio'. Dove sono i maschi in tutta questa penalizzazione della donna? Dove sono gli uomini che stuprano? In Alabama va fatta una legge sulla castrazione chirurgica degli uomini prima di tutto". Lo chiede a gran voce Silvana Agatone, presidente di LAIGA - Libera Associazione Italiana Ginecologi per l'applicazione della legge 194/78, commentando la firma della governatrice dell'Alabama, Kay Ivey, della legge piu' restrittiva d'America sull'interruzione di gravidanza.
Un provvedimento che punta a vietare l'aborto anche nei casi di stupro e incesto. Solo in serio pericolo di vita della madre e' consentita un'eccezione.
"Questo pericolo di regressione e' presente anche in Europa- fa sapere Agatone- penso alla comunicazione di alcuni europarlamentari che si occupano di accesso alla salute delle frange piu' deboli della popolazione. Hanno presentato il programma 'Un'Agenda per l'Europa'. Un documento che contiene tutti i loro obiettivi: no divorzio, no aborto, no fecondazione in vitro e no omosessualita'".
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Il testo, intitolato 'Ristabilire l'ordine naturale. La visione degli estremisti religiosi per mobilitare le societa' europee contro i diritti umani in materia di sessualita' e riproduzione', e' stato scritto da Neil Datta, segretario del Forum Parlamentare Europeo sulla Popolazione & lo Sviluppo. Nel frattempo la situazione in Italia sull'applicazione della legge 194/78 appare preoccupante: "Il 20 novembre e' stato presentato in Senato un disegno di legge d'iniziativa dei senatori Gasparri, Quagliariello, Mallegni e Gallone per la 'Modifica dell'articolo 1 del codice civile in materia di riconoscimento della capacita' giuridica del concepito'- precisa Agatone- se dovesse passare, decaderebbe tutto: la fecondazione in vitro e l'aborto. È pericolosissimo".
Nei fatti la situazione sembra gia' essere allarmante: "La percentuale di obiezione nel Lazio supera il 92% e in Italia si aggira sul 70%",conclude la presidente Laiga.
(Wel/ Dire)