Roma, 14 mag. - "Dopo le scuole superiori, mio figlio voleva andare all'universita'.
Per chi come Jacopo ha una disabilita' cognitiva il diploma e' piu' un attestato di frequenza della scuola che non un diploma vero e proprio e non permette di iscriversi all'universita'.
Abbiamo deciso allora di frequentare Scienze dell'educazione come uditori". A parlare e' Loretta Melli, mamma di Jacopo e presidente dell'associazione Universita' 21, che per tre anni ha accompagnato il figlio a seguire le lezioni all'Universita' di Reggio Emilia. "Jacopo ha frequentato 15 corsi, grazie all'incontro con il delegato alla disabilita' Enrico Giliberti, per ognuno ha scritto una tesina e dato un esame - racconta - Al termine del triennio ha sostenuto una prova finale, anche in questo caso cio' che ha ottenuto e' un attestato di frequenza".
L'esperienza pero' e' stata "arricchente", tanto che Melli ha pensato potesse essere ripetibile, con altri ragazzi e ragazze con disabilita'. Nel 2015 e' nata l'associazione Universita' 21 e, in questi 4 anni, sono 20 i giovani disabili che hanno potuto frequentare l'universita', come uditori, grazie a una convenzione con l'Universita' di Modena e Reggio Emilia e con l'assessorato alle Politiche sociali del Comune di Reggio Emilia.
Attualmente, sono 11 quelli che seguono i corsi, 2 hanno finito quest'anno il triennio, altri 4 inizieranno l'anno prossimo. A Reggio Emilia frequentano tutti le lezioni a Scienze dell'educazione, ma la convenzione riguarda anche Scienze della comunicazione e dal prossimo anno inizieranno altri ragazzi a Scienze linguistiche nella sede di Modena. "Sono ragazzi con diversi tipi di disabilita' cognitive, dall'autismo al ritardo mentale, ma tutti ad alta funzionalita', autonomi e in grado di stare in aule in cui ci possono essere anche 200 studenti - racconta Melli - Tutti sono seguiti da educatrici che li accompagnano ai corsi, proprio come ho fatto io con mio figlio". L'esperienza di Universita' 21 e' stata raccontata da Silvia Comodi, educatrice e coordinatrice del progetto, nella sua tesi di laurea in Scienze pedagogiche.
Il lavoro e' l'obiettivo del progetto Universita' 21. "Alcuni ragazzi sono stati inseriti gia' durante il percorso universitario - spiega Melli - Quello che cerchiamo di fare e' trovare per loro opportunita' lavorative diverse da quelle che, in genere, vengono proposte loro". In 4 sono stati inseriti in scuole materne come aiuto a educatori e insegnanti, uno lavora in una libreria e un altro in un negozio di videogiochi. "Sono giovani che hanno fatto tutto il percorso di studi dalle elementari alle superiori, fino all'universita' - continua Melli - È giusto dare loro la possibilita' di essere inseriti in ambiti diversi, in base alle competenze che hanno acquisito e alle loro inclinazioni. Noi cerchiamo di agevolarli".
(Wel/ Dire)