Unasam: Chiediamo servizi sempre aperti e interventi riabilitativi
Roma, 18 giu. - Passano gli anni a girare le comunita' terapeutiche o a stare a casa senza poter seguire un minimo percorso riabilitativo. È questo il destino di una grande fetta di popolazione italiana avvolta nella sofferenza psicologica, secondo Gisella Trincas, presidente di Unasam- Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale.
"L'aggressivita' non e' dettata dalla malattia- aggiunge- ma da una condizione della persona abbandonata dai servizi, a loro volta affaticati a lavorare in queste situazioni. C'e' carenza di personale nei Centri di salute mentale pubblici, come in quelli di diagnosi e cura. In piu' l'orientamento culturale impatta, perche' l'intervento non puo' essere esclusivamente di tipo farmacologico, i percorsi devono essere riabilitativi per restituire alla persona i diritti e rispondere ai bisogni. Il sostegno- afferma- deve essere portato laddove si conduce una vita normale, nelle case e nelle comunita'".
L'Unasam esprime grande preoccupazione per lo stato di salute mentale del Paese. "Abbiamo difeso i valori e i principi di due grandi leggi di riforma (180 e 833) e abbiamo contribuito a creare in Italia un clima di accettazione della condizione di salute mentale. Le buone pratiche purtroppo non sono diffuse sul territorio, dobbiamo quindi discutere delle pratiche nei servizi di salute mentale. Chiediamo piu' attenzione sui servizi territoriali- continua Trincas- devono essere aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ma nella maggioranza del paese l'intervento e' piu' ambulatoriale che terapeutico e riabilitativo. Dalla nostra abbiamo le leggi- sottolinea la presidente Unasam- e ci sono molte convenzioni e raccomandazioni internazionali che richiamano il Paese al rispetto della persona con sofferenza mentale e del suo diritto ad avere un lavoro, una casa, a non essere istituzionalizzata ne' di subire trattamenti degradanti". Questi aspetti sono stati al centro della Conferenza nazionale per la Salute mentale, che si e' svolta a Roma l 14 e 15 giugno.
"Abbiamo portato proposte chiare da rivolgere al ministero della Salute e al governo. Sappiamo che la costruzione delle politiche sociosanitarie compete alle Regioni- conclude- ma il ruolo del ministero e' forte".
(Wel/ Dire)