Roma, 18 giu. - La principale paura dei bambini e' guardarsi negli occhi. La conferma viene da chi ci lavora con i minori, ma lo fa usando un modello comunicativo differente. A parlare alla Dire e' Antonella Bianco, una danza movimento terapeuta dell'Asp di Castelvetrano (Trapani) che sta completando il percorso formativo con il modello evolutivo a mediazione corporea dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), il progetto Tartaruga, e che contemporaneamente promuove nelle scuole esperienze integrative sulla Danza Movimento Terapia (DMT).
"In quest'ultimo periodo ho lavorato con 54 bambini di 9 e 10 anni e abbiamo trascorso un momento abbastanza lungo nella costruzione di un grande cerchio- racconta Bianco- che e' diventato il nostro rituale di apertura dei lavori. Stiamo semplicemente seduti in cerchio, in ascolto del nostro respiro e nella possibilita' di guardare l'altro. Sostare, poggiare i propri occhi negli occhi dell'altro, per i nostri bambini e' una grandissima difficolta'. Le maestre ci narrano che dopo due anni di percorso- ricorda la danza movimento terapeuta- le capacita' relazionali e di accoglienza dei bambini si sono trasformate".
Per sentire il corpo "i minori spesso ricorrono alle sostanze, non solo per fuggire alle emozioni, ma per sentire di esistere. Lo vediamo in questa moda dei tagli o nella necessita' compulsiva di una condivisione costante sui social. Non riescono a sentirsi- rimarca Bianco- scappano via, non c'e' il tempo di dedicarsi all'ascolto di se' e dell'altro. Spesso nemmeno gli adulti riconoscono questo tempo e questo diritto, c'e' solo una richiesta continua di prestazioni che sfugge al sentimento dell'accettazione dell'altro. I ragazzi hanno bisogno di essere accolti, accettati e riconosciuti".
Ecco che i bambini che conoscono le proprie emozioni e i preadolescenti che sono "capaci di stare su un piano di assertivita', definizione di se' e riconoscimento dell'altro, che riescono a stare all'interno di un gruppo con competenze relazionali integrative, ma anche differenziate rispetto alla propria individuazione, sono minori che possono scegliere in maniera piu' serena. Lavorare nelle scuole con la DMT puo' aprire varchi importanti di una comunicazione profondamente autentica, e non solo verbale, che incarna un modo diverso di stare nella comunita'- continua Bianco- diventando cosi' una costruzione di ulteriori fattori di protezione".
Da qui l'idea di applicare la DMT all'area delle dipendenze patologiche, perche' da' risultati in chiave preventiva se il lavoro parte dalle scuole elementari. "La mediazione corporea integra i bambini di una regolazione emotiva, da' loro la possibilita' di stare nel corpo, costruisce degli schemi di struttura che permettono un'apertura relazionale, una capacita' di stare con gli altri o una diversa modalita' di stare nel mondo. Questo approccio diventa uno strumento di prevenzione nei giovani rispetto alle possibilita' di sviluppare comportamenti a rischio e di dipendenza in generale", sottolinea Bianco.
Per tutti e' difficile dialogare con le proprie emozioni.
"Spesso preferiamo negarle e non stare nel corpo- aggiunge la danza movimento terapeuta- fuggiamo in percorsi mentali che ci ingannano. Le emozioni muovono, creano tachicardia, mal di pancia e tanto altro ancora, ecco perche' bisogna riconoscere i passaggi che le emozioni scavano dentro il corpo, per accoglierle, renderle fluide e raccontarle. Sovente il bambino quando vive un'emozione viene colto dal sentimento di vergogna, dal timore di essere diverso. È importantissimo per i piu' piccoli riconoscere che le loro stesse paure e sensazioni sono vissute anche dall'altro e capire che sono universali. Riconoscerle significa raccontarle, narrarle attraverso la danza, un movimento, il semplice ascolto del battito cardiaco o attraverso un disegno.
Poterle narrare le fa uscire e le rende dicibili".
I disegni dei bambini sono vari e capita che in essi proiettino il loro mondo interno. "I 54 bambini di questa scuola hanno rappresentato molte volte paesaggi naturali, alberi, mare, sole. Se il lavoro tematico del giorno andava invece a toccare un'area particolare, il disegno spesso lo narrava con un linguaggio simbolico". La DMT integrata prevede che ogni seduta sia organizzata in 4 fasi: "Attivazione, ovvero il momento di riscaldamento emozionale e del corpo; una fase tematica; il disegno in cui utilizziamo il tratto grafico come canale espressivo altro; e, infine, un momento di verbalizzazione in cui ciascuno racconta anche con una sola parola la sua esperienza li' e ora. Lavorando nell'Asp faccio parte di un gruppo di colleghi impegnato all'interno di un modulo di prevenzione- precisa- e abbiamo proposto diversi modelli di intervento in base alla formazione specialistica di ognuno". Il progetto di Dmt nelle scuole e' nato dalla volonta' di tre istituzioni: l'Asp Nove di Trapani, l'Istituto comprensivo di Santa Ninfa di Trapani e il Comune sul cui territorio si trova la scuola. "Un'esperienza- conclude Bianco- che speriamo possa essere riproposta anche in altre scuole che vorranno svilupparla".
Qui e' possibile guardare il video della Dire.
(Wel/ Dire)