Roma, 18 giu. - "Se calcoliamo tutto quello di cui hanno bisogno le oltre 800 mila persone a contatto con i servizi di Salute mentale e assegniamo un tempo minimo a queste attivita', constatiamo che con la capacita' oggi rappresentata dagli psichiatri e dagli psicologi in servizio rispondiamo a poco piu' del 50% di quanto necessario". A dirlo e' Fabrizio Starace, presidente della Societa' italiana di epidemiologia psichiatrica (Siep), che aggiunge: "Per il combinato disposto di carenza di medici specialisti e dell'andata in pensione per limiti di eta' e pensionamento ci sara' da qui al 2025 una carenza di quasi 1.000 specialisti in Psichiatria, che sara' davvero difficile sostituire. Le Regioni che patiranno di piu' questa carenza saranno la Lombardia, la Sicilia e l'Emilia Romagna".
In occasione della presentazione della Conferenza nazionale per la salute mentale, il presidente della Siep traccia un quadro epidemiologico: "Le persone che arrivano ai servizi di Salute mentale sul territorio superano di poco le 800 mila unita', ma quelle che soffrono di problematiche di tipo psicologico e psichiatrico sono molte di piu' di quell'1,6% che accede ai nostri servizi. In alcune regioni abbiamo stimato che questa percentuale potrebbe essere anche dieci volte superiore".
Le stime di Starace sono basate su dati Istat riferiti a un campione di oltre 100mila persone in Italia. A fronte di questo crescente malessere sociale "c'e' una carenza strutturale legata alla difficile situazione economico finanziaria del settore della salute mentale. Abbiamo un settore nel quale si investe il 3.5%, con punte al Nord che superano il 7% a Trento e Bolzano, mentre in Basilicata, Marche e Campania si va poco oltre il 2% della spesa sanitaria complessiva. Nel Regno Unito questa percentuale supera il 10-11%, e' quattro volte di piu' di quanto previsto da noi".
C'e' da riflettere anche sulla ripartizione della spesa all'interno del settore salute mentale. "Una suddivisione che potrebbe dare luogo a miglioramenti. Siamo convinti- continua Starace- che potrebbero essere investiti molto meglio i circa 2 miliardi investiti in residenzialita' e semiresidenzialita', dei 3.8 miliardi complessivi (oltre la meta' della spesa per la salute mentale)".
Il presidente Siep guarda ad opzioni personalizzate che valorizzino le risorse dell'utente, della famiglia e del contesto complessivo, pensa a progetti qualitativamente migliori e cita un paradosso: "Si potrebbero ottenere risultati migliori spendendo meno ma tutto questo non si fa. Gli strumenti ci sono, ma occorrono volonta' e decisioni affinche' vengano implementati correttamente. Condividiamo, quindi, l'importanza di attivare strumenti per monitorare e valutare l'implementazione delle politiche. Nel sistema di monitoraggio dei Lea sono previsti degli indicatori sulla valutazione della salute mentale, ma occorre guardare anche alle attivita' messe in atto sul territorio e non solo in ambito ospedaliero". Infine, Starace propone di "investire sulle risorse formative e culturali. I determinanti sociali giocano un ruolo fondamentale nel definire le condizioni di benessere e di malattia, dobbiamo includere l'approccio psicosociale oltre a quello biomedico. A fronte di evidenze, raccomandazioni e linee guida- conclude- e' venuto il momento dell'utilizzare queste conoscenze per il bene comune".
Qui e' possibile guardare la videointervista della Dire.
(Wel/ Dire)