"Perdita gravissima in un momento di pensiero desertificato come questo"
Roma, 8 gen. - "Abbiamo appreso con grande costernazione la notizia della morte di Giorgio Lunghini, che collaboro' ai seminari della Societa' di Psicoanalisi Critica con un intervento su Freud e Keynes, che venne anche poi pubblicato nella rivista Costruzioni Psicoanalitiche. In quell'occasione e anche in colloqui successivi potemmo apprezzare oltre che la sua statura scientifica, l'ampiezza dei suoi orizzonti culturali, la profondita' del pensiero e la naturale sobrieta' ed eleganza del suo scrivere e del suo parlare, inalterata negli anni". Cosi' la Societa' di psicoanalisi critica ricorda l'economista italiano scomparso lo scorso 22 dicembre.
"Nei suoi interventi Lunghini amava ripetere che un buon economista si pone interrogativi che non hanno una stretta attinenza con l'economia angustamente intesa- continua- e ricordava proprio la domanda che si poneva Keynes e cioe' la ragione per cui ci piace il denaro. Proprio da questo interrogativo inizio' il suo intervento al seminario e poi in universita'. L'incontro e la collaborazione con una Societa' che si occupava di psicoanalisi era per lui del tutto naturale: del resto proprio Keynes, di cui Lunghini e' forse il massimo studioso in Italia, si era formato in quella straordinaria atmosfera del salotto Bloomsbury, nella Londra degli anni '30, assumendone a sua volta la curiosita' e vastita' degli interessi. La morte di un uomo e di uno studioso come lui e' una perdita gravissima in un momento di pensiero desertificato come questo. Come membri di questa Societa' che hanno avuto il piacere di conoscerlo- conclude la Societa' di psicoanalisi critica- abbiamo perso anche un amico, che e' stato con noi per un breve tratto del percorso con la disponibilita', l'intelligenza e uno stile purtroppo assai rari". (Wel/ Dire)