Speranza, cambiamento, benessere: le parole per il 2019
Il sondaggio Coop Nomisma di fine anno
Roma, 8 gen. - È "speranza" la parola chiave scelta dagli italiani per il 2019 (19%), anche se il dato e' in calo rispetto al 2016 (quando era indicata dal 34%). Ma da sola non basta: a farle da contraltare ci sono parole come "cambiamento" (che passa dal 14% del 2016 al 26% del 2019) e "benessere" (dal 2% al 19%) mentre scompare "timore" (passa dal 14% al 4%). Piu' ottimisti gli under35 che prediligono "novita'" e "soddisfazione" tra le parole del 2019 (contro il 4% degli over 55) nel Sud e nelle Isole mentre il Nord e' piu' scettico. È la fotografia di un'Italia divisa e polarizzata quella che emerge dal sondaggio di fine anno realizzato da Coop e Nomisma: il 27% degli italiani e' convinto che, nei prossimi 12 mesi, l'economia accelerera', mentre il 19% e' convinto che il Paese entrera' in recessione. Gli antieuropeisti sono una minoranza, il 7% e' convinto che l'Italia uscira' dall'euro.
D'altra parte, nemmeno gli euro-appassionati sono molti: solo il 14% crede in un rafforzamento dell'Ue. Le visioni opposte si riflettono anche sulle prospettive dei consumi 2019 del Rapporto Coop: cibo, viaggi e tecnologia rimangono sul podio, mentre si esaurisce il ciclo dell'auto e la casa rimane per pochi.
Fare economia o concedersi qualche soddisfazione in piu'? La grande maggioranza degli italiani e' convinta che dovra' pagare di piu' bollette e utenze interessate dai rincari, e il discorso e' lo stesso per il carburante e altri costi di trasporto (31% contro il 18% del 2018), servizi sanitari e spese per la salute (24% contro il 21% dell'anno scorso). Non rinunciano pero' a viaggi e smartphone: l'83% degli italiani dichiara di volersi regalare un soggiorno o una visita da qualche parte (un punto percentuale in meno sul 2018) e solo il 15% lo esclude. Nelle previsioni di acquisto al secondo posto c'e' la tecnologia (piu' della meta' e' favorevole alla spesa) mentre scompaiono l'acquisto di una nuova casa (72% di no contro il 22% di si') e di auto ibride o elettriche (67% no contro 29% si').
La tavola al centro. Gli italiani sono convinti di spendere di piu' in tutte le voci dell'alimentare e pensano di investire meno nella moda. Il 25% crede che investira' di piu' nell'acquisto di prodotti a base di farina integrale, il 21% nei tradizionali e il 19% nei bio-salutistici. In rallentamento i veg (il 45% degli italiani dichiara che non lo consumera' affatto o ne ridurra' il consumo, solo l'11% e' in aumento) e i senza sale (il 29% non lo consuma o lo diminuisce, solo il 13% e' in aumento).
Recuperano (almeno nelle intenzioni) i ristoranti di cucina tipica e della tradizione che surclassano i fast food ed etnici. Rallenta anche la crescita del food delivery. Nel tempo libero l'analogico batte il digitale: piu' cinema (in aumento per il 22% degli italiani), manifestazioni all'aperto (+19%), lettura (+32%) e sport (+34%).
Anno incerto per l'economia. Gli elementi di fragilita' derivano dal contesto internazionale e dal quadro interno.
Decelerazione economia e contrazione dei salari reali provocheranno una variazione del Pil inferiore all'1% mentre il potere di acquisto delle famiglie potrebbe beneficiare dalle attese nuove misure (come il reddito di cittadinanza) mantenendo un tasso di crescita prossimo all'1% con un ritmo superiore al Pil. Su ritmi di poco inferiori la crescita dei consumi, comunque in calo rispetto agli andamenti 2015/2017 quando i tassi erano compresi fra l'1,5% e il 2%. "Da considerare che sul 2019 potrebbe gia' gravare l'incognita 2020 quando, con lo scenario possibile di un ricorso alle clausole di salvaguardia per mantenere gli impegni presi con l'Ue, le famiglie potrebbero ulteriormente ridurre i consumi destinando i loro maggiori redditi a rimpinguare i risparmi".
Nel dettaglio dei consumi il 2019 sembra caratterizzarsi per: un rallentamento nell'acquisto di beni durevoli e un ritorno di consumi di base, come l'alimentare. "Complice la nuova politica del governo che con la misura del reddito di cittadinanza sposta circa 6 miliardi di euro all'anno verso una platea di persone con una propensione elevata verso consumi basici". Cresceranno le spese per i servizi sanitari e la salute, la telefonia e i viaggi.
"Contrariamente al Natale 2017 che fece chiudere l'anno con un boom inatteso di vendite, il mese di dicembre 2018 si mantiene sostanzialmente in linea con l'andamento piatto che ha caratterizzato le vendite della grande distribuzione nel corso dell'anno - si legge nel Rapporto - e che non si discosta da quel leggero incremento gia' registrato nella prima parte del 2018 (+0,4%), ottenuto grazie alla crescita dei discount".
(Wel/ Dire)
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