Nicolucci: Cosi' si puo' comprendere, e certe paure possono diminuire
Roma, 5 feb. - Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanita' anche la dipendenza dai videogame e' una malattia. Il videogioco 'Fortnite' e' tra le manie del momento. La psicologa Viola Nicolucci, che si occupa del rapporto tra psicologia e nuove tecnologie, e' intervenuta ai microfoni de 'L'Italia s'e' desta' condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell'Universita' Niccolo' Cusano. "Vedo molte chiavi del successo di questo videogame- ha affermato Nicolucci- Intanto e' un gioco multiplayer online che coinvolge piu' persone che collaborano insieme. Ci sono tre fattori: l'autonomia, la padronanza e l'interconnessione, cioe' la sensazione di appartenere a un gruppo nel tentativo di perseguire un obiettivo comune".
Sulle preoccupazioni dei genitori. "Mi confronto molto spesso con le ansie dei genitori- ha spiegato- e in questo contesto abbiamo assistito ad ondate di ansia per videogiochi come Gta, Call of Duty, Pokemon Go. Quindi non mi concentrerei sul titolo. Penso che i genitori siano spaventati perche' l'Oms ha proposto di inserire la dipendenza da videogiochi all'interno di un sistema di classificazione delle malattie, con questa notizia i genitori sono andati nel panico. Non si tratta tanto di una questione di esposizione, del numero di ore, va indagato il motivo che spinge i ragazzi a concentrarsi su quell'attivita'.
Spesso c'e' una sorta di frustrazione a livello sociale e familiare. Disabituare al videogioco non sortisce nessun effetto se non si elimina il problema a monte, perche' quel problema poi si manifestera' con altre ossessioni. I genitori si devono avvicinare ai ragazzi e comprendere il videogioco sperimentandolo direttamente. Invito i genitori a giocare con i figli per superare queste paure. Gli adulti sono spaventati perche' si fermano al fatto che e' un videogioco apparentemente violento. Se non si entra a contatto direttamente con il videogioco non lo si comprende appieno e non si ridimensionano le paure".
Sulla passione dei giovani per i gameplay. "I genitori non riescono a spiegarsi la passione dei giovani di guardare gli youtubers che giocano ai videogame. Ma come a un adulto puo' piacere guardare una partita di calcio in tv, a un ragazzo puo' piacere guardare una sessione di gameplay. Stiamo vedendo le cose troppo da un punto di vista degli adulti e questo ci allontana dai ragazzi" ha concluso l'esperta.
(Wel/ Dire)