Il 3 maggio a Roma con le psicoanaliste Di Renzo e Moncelli
Roma, 30 apr. - Com'e' umano desiderare un figlio, accarezzare la pancia che cresce, mettersi in ascolto dei movimenti del feto, parlargli e infine tenere tra le braccia quel bambino che gia' si conosce prima che sia nato. Ma cosa accade quando una donna ospita un embrione concepito in provetta, grazie ai gameti di altri individui, e da' alla luce un figlio che non le apparterra' e non vedra' mai crescere? Le pratiche di surrogazione della maternita' rappresentano uno dei temi piu' complessi e "perturbanti" della contemporaneita'. Sara' questo il tema al centro del prossimo 'venerdi' culturale' dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), dal titolo 'Maternita' in trasformazione: i nuovi paradigmi', in programma il 3 maggio dalle 21 in Corso d'Italia 38/A a Roma.
L'ingresso e' gratuito e alla tavola rotonda parteciperanno Anna Moncelli, psicologa e analista del Centro Italiano di Psicologia Analitica dell'Istituto di Roma, e Magda Di Renzo, psicoanalista e direttrice della Scuola di Specializzazione dell'IdO.
Sulla Gestazione per altri (GPA) finora si sono espresse la Chiesa, una parte della sinistra, dei movimenti femministi ed lgbt. La voce della scienza, che pure da anni ha sottolineato quanto l'ambiente gestazionale imprima un'impronta indelebile sul nascituro, molto meno. "Nella nostra qualita' di 'addetti ai lavori' e in questo contesto in particolare- spiega Di Renzo- il focus della riflessione non riguardera' il definire l'opportunita' di esercitare una pratica individuale, piu' o meno accettabile, ma interrogarsi e possibilmente ristabilire una dialettica tra le dinamiche di tutti i soggetti coinvolti e le implicazioni psichiche relative al sentire individuale e collettivo contemporaneo e ai suoi nuovi orientamenti. Lo sguardo con cui avvicinarsi richiede una visione completa, totale della psiche che abbandoni, come suggerisce Jung, l'atteggiamento dell'Io e delle sue categorie, per potersi confrontare con tutta la portata di senso che appartiene a questo fenomeno. Questa trasversalita' del pensiero, si rende tanto piu' necessaria quanto piu', immersi in un processo di trasformazione dove tende a predominare la visione unilaterale della scienza e della tecnica, non siamo ancora capaci di raggiungere con un pensiero meditante un confronto adeguato con cio' che sta emergendo. Senza questa rivoluzione di sguardo- sottolinea la psicoanalista- si resta incastrati in un labirinto di fatti, cause, spiegazioni, prese di posizione, che fanno smarrire l'orientamento rispetto a un dato: quello che e' in atto e' il cambiamento di un paradigma, non solo riferito alla maternita' come esperienza individuale- conclude Di Renzo- ma di una piu' ampia visione sulle possibilita' generative, insita nella contemporaneita'".
(Wel/ Dire)