Focus al primo congresso psicosomatica Aneb a Milano 18-19 maggio
Roma, 30 apr. - Un fil rouge lega il corpo e il sogno. Il sogno infatti e' "anzitutto un prodotto del corpo, fatto di immagini che hanno contenuti piu' o meno lineari, colori, scenari differenti a seconda del sognatore. C'e' chi sogna quasi fosse la trama di un film, chi a fumetti, chi scene frammentate o semplicemente un'immagine come focus su un dettaglio". Cosi' Naike Michelon, psicoterapeuta specializzata in ecobiopsicologia, anticipa all'Agenzia Dire il suo intervento al primo congresso nazionale Aneb (Associazione Nazionale di Ecobiopsicologia).
Il mondo onirico "e' un prodotto profondamente soggettivo e quindi rappresentativo. Se un individuo sogna un albero- spiega Michelon- ad esempio una quercia, la stessa sara' rappresentata in sogno in modo differente dal soggetto A, B o C. Ciascuno avra' un'immagine 'quercia' differente da ogni altro, per colore, dimensione, fogliame, collocazione in un luogo e cosi' via".
Queste immagini hanno un senso? Gli psicanalisti pongono al centro del lavoro terapeutico il sogno e la sua analisi, "con lo scopo, mediante l'interpretazione, di recuperare per quanto possibile la consapevolezza circa le aree inconsce responsabili del malessere della persona", continua la psicologa.
L'ecobiopsicologia si inserisce nel panorama delle scienze della complessita' e recupera la dimensione del corpo attraverso la comprensione simbolica dei sintomi che caratterizzano la vita del paziente. È in grado, ha aggiunto Michelon, "di restituirne un quadro olografico della persona attraverso un'accurata indagine della sua storia eco-bio-psicologica. L'esplorazione attraverso il sogno giunge fino agli aspetti inconsci del paziente, necessari per comprendere sia gli aspetti piu' o meno inconsci relativi all'Io, sia per aprire lo sguardo su piu' profonda ed autentica sfera della soggettivita' inerente il Se'".
Al congresso Aneb, in programma il 18 e 19 maggio a Milano dal titolo , 'Il corpo come mandala dell'Universo', la dottoressa Michelon si domandera' se "sara' possibile individuare nel sogno elementi relativi ai sintomi dichiarati dal paziente". La differenza tra ecobiopiscologia e gli altri approcci, "che considerano il sogno solo come un passepartout per l'indagine circa le aree inconsce, sta proprio nel fatto che questa disciplina va oltre e recupera le parti relative al corpo che altrimenti rimarrebbero riduttivamente escluse dal lavoro terapeutico".
Il terapeuta ecobiopsicologico "coglie l'uomo nella sua totalita', perche' allenato ad una visione complessa, che include l'apertura alla conoscenza e all'integrazione di diverse discipline, anche apparentemente distanti, come la fisica, la medicina, la quantistica", continua la dottoressa. Per questo e' necessario porre attenzione anche ai sogni "cercando di cogliere quegli elementi simbolici che rimandano a tematiche corporee che, se riconosciute, possono trovare un'ulteriore via di recupero". Ecco dunque la differenza sostanziale dell'approccio ecobiopsicologico: "il paziente percepisce che questa modalita' di colloquio entra in contatto con diverse aree della sua esistenza; gli aspetti somatici, le parti inconsce, la sua storia, sono restituiti attraverso una nuova lettura simbolico-complessa, coerente nei diversi passaggi esistenziali del soggetto, ridando un senso agli eventi psico-somatici della sua vita". Questo apre ad un lavoro esplorativo "attivo nel recuperare non solo quegli aspetti emotivi, come direbbero le neuroscienze, dissociati per cause piu' o meno traumatiche, ma anche quelle richieste provenienti dal Se', lasciate in ombra, che attraverso i sogni e anche attraverso i sintomi, chiedono di essere ascoltate ed accolte". Una terapia "che va a sgravare il corpo altrimenti costretto a dichiararsi attraverso un linguaggio sintomatico, ristabilendo cosi' un dialogo coerente e trasformativo non piu' espresso mediante il corpo, bensi' attraverso la parola", continua Michelon.
Il sogno, nelle nuove frontiere della psicologia e della psicosomatica, e' "un'ulteriore mediatore simbolico per parlare con il corpo, per disvelare aspetti piu' profondi del soggetto". Il mondo onirico come strumento per arrivare ad "intravedere un progetto individuativo del Se', la parte piu' autentica e profonda del nostro essere, a partire dall'Io, struttura portante della nostra vita e figlio della nostra storia fatta di accadimenti, eventi, vissuti piu' o meno consci". L'ecobiopsicologia pone il "Se' come asse portante, che per manifestarsi in modo armonico ha bisogno trovare un Io pronto ad accoglierlo- conclude la psicologa- un Io solido in grado di accoglierne le forze, evitando cosi' dissociazioni".
(Wel/ Dire)