Autismo, nel Lazio ora non solo Aba tra terapie rimborsate
Tar accoglie richiesta famiglie, Frateiacci (avvocato): Regione si uniformi
Roma, 30 apr. - Da oggi le famiglie che vorranno accedere ai contributi che la Regione Lazio ha stanziato per il trattamento dei minori con disturbi dello spettro autistico, potranno recarsi nei Comuni di residenza e richiedere il rimborso delle loro terapie anche a carattere evolutivo relazionale. A stabilirlo e' il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio che, con ordinanza pubblicata il 17 aprile scorso, ha sospeso il regolamento numero 1 del 2019.
"Un passo in avanti", spiega alla Dire l'avvocato Barbara Frateiacci, che ha presentato il ricorso per conto di diversi genitori e di alcune associazioni di famiglie con figli affetti da disturbi dello spettro autistico: "Il Tar del Lazio mettendosi nei panni delle famiglie dei bambini affetti da autismo, considerati i risultati positivi conseguiti fino ad oggi, ha consentito di non interrompere le modalita' di approccio terapeutico fino ad oggi seguite, per permettere anche a loro di fruire dei sostegni economici erogati. Considerato che la Regione Lazio ha un termine di 30 giorni per adempiere a quanto disposto dal Tar- fa presente l'avvocato- tramite l'ordinanza che ha sospeso l'efficacia del regolamento, ci auguriamo che provveda spontaneamente ad emendarlo e quindi ad uniformarsi al principio sancito dal Tar della liberta' di scelta delle famiglie del trattamento terapeutico piu' idoneo da far seguire ai loro figli".
In sostanza, "con il regolamento 1/2019, la Regione eroga dei sostegni economici alle famiglie con minori affetti da disturbi dello spettro autistico in eta' prescolare (2-6 anni). Le ragioni spese nell'interesse delle famiglie erano sostenute dalla circostanza che la Regione Lazio, nell'individuare i terapisti che erogano i trattamenti rimborsati dalla stessa- spiega Frateiacci- prevedeva solo delle competenze specifiche di alcuni trattamenti, dimenticando la maggior parte delle altre terapie di riconosciuta evidenza ed efficacia scientifica a cui aderivano la maggior parte dei ricorrenti. Cio' avrebbe comportato, qualora il regolamento non fosse stato impugnato- rimarca l'avvocato- che questi bambini avrebbero dovuto scegliere diverse opzioni terapeutiche rispetto a quelle seguite, nell'ipotesi in cui avessero voluto beneficiare dei rimborsi economici riconosciuti dalla Regione Lazio".
Il Tar Lazio ha accolto le ragioni delle parti ricorrenti e ha sospeso l'efficacia del regolamento nella parte in cui non prevede tra le competenze dei terapisti tutti i trattamenti con evidenza scientifica oltre a quelli previsti (Aba, Eibi, Denver e Teach). Quindi il Tar Lazio ha dato alla Regione 30 giorni di tempo per emendare quel regolamento impugnato e includere gli approcci con evidenza scientifica, tra i quali quelli evolutivo relazionali.
(Wel/ Dire)
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