Roma, 13 nov.- La residenzialita' psichiatrica da tempo e' diventata un inevitabile banco di prova non solo per gli operatori dei Servizi Psichiatrici chiamati a dare risposte per curare e gestire la malattia mentale, ma anche per la collettivita' tutta e per chi si occupa di programmazione sanitaria. Il lavoro nelle residenze psichiatriche si sviluppa ogni giorno dal confronto, dalle opportunita' di lavoro di gruppo, dalla duttilita' ad affrontare problemi complessi e dalla capacita' creativa di trovare risorse, sia nel gruppo dei pazienti che in quello degli operatori. A 40 anni dall'approvazione della Legge 180, la Societa' italiana di Psichiatria, sezione Ligure, e l'Ordine dei Medici di Savona promuovono un convegno finalizzato a fare il punto sulla residenzialita' psichiatrica il 16 novembre nella Sala Congressi Carlo Buscaglia, Padiglione Vigiola dell'Ospedale San Paolo, in Via Genova 30 a Savona.
"Il superamento degli Ospedali Psichiatrici ha infatti generato soluzioni ed esperienze con caratteristiche disomogenee sul territorio nazionale. Tuttavia, tali esperienze hanno consentito l'elaborazione e il consolidamento di pratiche di indiscussa validita' scientifica ed etica. Come noto- si legge nella presentazione del convegno- le strutture residenziali psichiatriche, nell'ambito delle direttive regionali e aziendali, operano sulla base di linee guida clinico-assistenziali, validate dalla comunita' scientifica nazionale e internazionale, contenute nel documento sulle strutture residenziali psichiatriche secondo il Piano Nazionale di Azioni per la Salute Mentale, su cui e' stato sancito un accordo nella Conferenza Unificata del 24 gennaio 2013. Il Convegno intende offrire uno spazio di riflessione e di confronto attivo tra esperienze diverse, finalizzato all'analisi di proposte e sviluppi innovativi. Ai percorsi di residenzialita' psichiatrica viene riconosciuto un ruolo strategico per la guarigione e l'inclusione sociale".
Strumentale per il raggiungimento degli obiettivi e' l'attenzione ai luoghi di vita delle persone, intesi quale contesto privilegiato per promuovere le capacita' relazionali e realizzare l'autonomia personale, necessarie per vivere a pieno titolo nella comunita' locale. "La necessita' di chiarire il ruolo e la fisionomia delle comunita' terapeutiche rimane un'azione periodica ed imprescindibile anche al fine di scongiurare il configurarsi di setting abitativi riservati solo a persone con disturbi mentali gravi e marcate difficolta' di tipo psicosociale nonche' socioeconomico, tali da rendere necessario un abitare 'supportato'. L'obiettivo finale e' di evidenziare le criticita', a cominciare dalla difficolta' in molte strutture di sviluppare piani personalizzati di trattamento a medio-lungo termine, nonche' soprattutto di definire i percorsi terapeutici e di elaborare un documento conclusivo di indirizzo per lo sviluppo di pratiche innovative- concludono i promotori- nel campo della residenzialita' psichiatrica".
Qui il programma evento.
(Wel/ Dire)