Come prevenire l'uso di sostanze e aiutare i ragazzi piu' giovani
Roma, 6 nov. - C'e' chi bussa alla porta su consiglio di un amico, chi arriva convinto dai genitori, chi viene inviato dai servizi. Tutti giovani o giovanissimi, per la maggior parte ragazze, sanno di trovare in questa struttura a pochi passi da piazza dell'Unita', al centro di Trieste, un aiuto per la dipendenza da sostanze stupefacenti. In particolare da quelle che oggi fanno piu' paura, come l'eroina, gli oppiacei, le nuove droghe sistetiche. Lo spazio si chiama 'Androna Giovani' e all'interno non compare mai la scritta Sert, ma nei fatti e' il primo servizio dedicato agli under 25 con problematiche connesse all'uso di droghe. Una sperimentazione nata nel 2012, che funziona e che oggi puo' diventare un modello replicabile su scala nazionale, soprattutto dopo che gli ultimi casi di cronaca che hanno coinvolto ragazze (come Desire'e Mariottini e Pamela Mastropietro) finite giovanissime nella dipendenza da sostanze e poi barbaramente uccise.
In un'intervista Roberta Balestra, direttrice del dipartimento delle dipendenze dell'Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste, spiega quali sono gli strumenti di prevenzione che si possono adottare per aiutare i ragazzi, come prevenire l'abuso e contrastare le ricadute.
C'e' un'equipe specializzata (con educatori e psicologi) e pensata per i ragazzi. "Noi abbiamo pensato un servizio dedicato che prenda in carico i ragazzi fino ai 25 anni- precisa a Redattore sociale- la specificita' e' innanzitutto quella di avere una equipe potenziata sul piano educativo e pedagogico, rispetto a un Sert per adulti. Abbiamo cioe' piu' educatori e piu' psicologi. Inoltre la sede e' stata voluta e pensata come non connotata, quindi non appare da nessuna parte la scritta 'Sert' per facilitare l'accesso dei ragazzi e delle loro famiglie, evitando cosi' lo stigma e la paura di essere etichettati tossicodipendenti".
La gran parte degli utenti arriva volontariamente, con il passaparola o tramite la famiglia, un'altra parte attraverso la segnalazione dei servizi, come il pronto soccorso pediatrico o quello dell'ospedale per adulti. I problemi sono legati al consumo problematico di sostanze o alla dipendenza da droghe.
Nella struttura si fa attivita' di cura e prevenzione, nel 2017 sono stati presi in carico 177 ragazzi. L'obiettivo non e' la stabilizzazione clinica ma rimettere in carreggiata i ragazzi.
"In proporzione vediamo che c'e' un'utenza femminile piu' elevata rispetto agli adulti, le ragazze cioe' vengono di piu'. Questo perche' ormai c'e' una parita' nei consumi, ci sono meno freni inibitori e hanno piu' coraggio di venire- continua Balestra- L'altro aspetto interessante e' il tempo di latenza da quando si iniziano a usare le sostanze a quando si chiede aiuto, che nei ragazzi e' di 2 anni. Negli adulti, invece, si parla di 6, 7 anni. La latenza piu' breve facilita l'ottenimento di obiettivi piu' soddisfacenti". In alcuni casi, sottolinea la direttrice, vengono rilevate problematiche di natura psichiatrica e si lavora con il reparto di neuropsichiatria infantile e con il dipartimento di salute mentale. "La depressione, i disturbi comportamentali o della personalita' fino a casi psicotici nei ragazzi si manifestano con modalita' diverse dagli adulti". C'e' poi un investimento forte anche sulla prevenzione e diagnosi di patologie correlate (epatite C, hiv) con un ambulatorio che fa screening e prelievi. "Oltre a questo abbiamo pensato un'attivita' di intervento e di accompagnamento, che prevede percorsi formativi, di reinserimento o recupero scolastico.
Quest'anno, anche grazie alle ripetizioni intensive, quotidiane, alcuni hanno preso la maturita'- aggiunge- Il nostro obiettivo non e' la stabilizzazione clinica, ma rimettere in carreggiata questi ragazzi, il consumo di sostanze per noi va inserito nel percorso adolescenziale del singolo. Il nostro focus e' sempre sull'adolescenza piuttosto che sulla malattia. In questa logica vengono- conclude- e riusciamo anche ad analizzare i comportamenti a rischio per fare prevenzione".
(wel/ Dire)