Un'ora in meno al giorno aumenta rischio depressione nel 60% dei casi
Roma, 6 nov. - Un'ora di sonno in meno rispetto alla quantita' ottimale di riposo e' associata nel 60-80% dei casi ad una maggiore probabilita' di provare depressione, nervosismo o irrequietezza, come dimostrato in un recente studio, firmato da Kelly Sullivan e Collins Ordiah del College of Public Health, Georgia Southern University.
L'alterazione dei ritmi circadiani sonno-veglia e' stata associata ad un aumentato rischio di disturbi dell'umore e in generale ad un minore benessere soggettivo. Secondo una ricerca pubblicata su JAMA Psychiatry lo scorso 25 luglio, che ha studiato per la prima volta i meccanismi neuronali alla base dell'insonnia si evidenzia infatti che nelle persone con disturbi del sonno e depressione si attivano delle connessioni funzionali tra specifiche aree del cervello, in particolare le aree della memoria a breve termine (la corteccia prefrontale dorsolaterale), della costruzione del se' (precuneo) e delle emozioni negative (la corteccia orbitofrontale laterale). Questa attivazione si traduce in un aumento dei pensieri ruminanti e in una potenziale alterazione della qualita' del sonno.
Fidia Farmaceutici, alla luce di questi studi internazionali, quest'anno ha attivato il progetto formativo 'Sonno & Psiche' destinato a medici specialisti in ambito psichiatrico e incentrato proprio sulle ripercussioni che i disturbi del sonno possono avere sui pazienti affetti da disturbi psichiatrici, in modo da avviare il percorso terapeutico piu' idoneo.
Responsabili scientifici del progetto sono Paolo Girardi, professore ordinario di Psichiatria dell'Universita' La Sapienza di Roma e direttore UOC di Psichiatria presso l'Azienda Ospedaliera Sant'Andrea di Roma; e Antonino Minervino, direttore del Dipartimento Salute Mentale e delle Dipendenze ASST-Cremona.
Completano il Board Scientifico: Giovanni Biggio, professore Emerito di Neuropsicofarmacologia dell'Universita' degli Studi di Cagliari; Luigi Grassi, professore ordinario di Psichiatria del dipartimento di Scienze Biomediche e Chirurgico Specialistiche dell'Universita' degli Studi di Ferrara; Raffaele Manni, responsabile Unita' di Medicina del Sonno ed Epilessia, Unita' Complessa di Neurofisiopatologia, Istituto Neurologico Nazionale IRCCS 'Fondazione C. Mondino', Pavia; Lino Nobili, professore associato di Neuropsichiatria Infantile, Unita' di Neuropsichiatria Infantile, Ospedale Gaslini, DINOGMI, Universita' di Genova; Laura Palagini, UO Psichiatria II Universitaria, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana.
'Sonno & Psiche' si svolgera' in partnership con la World Sleep Society e ha ricevuto l'egida da: AIMS (Associazione Italiana Medicina del Sonno - Italian Association of Sleep Medicine), ASILS (Alta Scuola Italiana per la Lotta allo Stigma - Italian High School for the fight against Stigma), ESRS (European Sleep Research Society), SIMP (Societa' Italiana di Medicina Psicosomatica - Italian Society of Psycosomatic Medicine), SIN (Societa' Italiana Neurologia - Italian Society of Neurology), SINPF (Societa' Italiana di Neuropsicofarmacologia - Italian Society of Neuropsycopharmacology), SIP (Societa' Italiana di Psichiatria - Italian Society of Psychiatrist) e SIPC (Societa' Italiana di Psichiatria di Consultazione - Italian Society of Psychiatrist of Consultation).
"Come riportato in uno studio di Hall, Rosbash e Young, vincitori del Nobel per la Medicina nel 2017 l'alterazione dei ritmi biologici, come il ritmo sonno-veglia, puo' aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e anche psichiatriche: da qui l'importanza diagnostica e prognostica dei disturbi del sonno", dichiara Girardi.
"Le alterazioni del sonno inoltre possono costituire un elemento predittivo di disturbi depressivi anche in quei soggetti che non presentano significative alterazioni del tono dell'umore- aggiunge Minervino-. L'insonnia protratta nel tempo, infatti, aumenta significativamente il rischio di sviluppare un episodio depressivo. Pertanto, il trattamento dei disturbi del sonno rappresenta un auspicabile intervento di protezione della salute e del benessere psicofisico del paziente. Oggi disponiamo di una opportunita' terapeutica di prima intenzione: la melatonina a rilascio prolungato 2 mg, che per meccanismo d'azione e vantaggi clinici rappresenta una valida e sicura alternativa agli ipnotici tradizionali".
(Wel/ Dire)