Roma, 20 mar. - Forse a dirsi suona strano, ma uno dei momenti piu' duri della giornata di un adolescente e' proprio quel dolorosissimo istante in cui ci si alza dal letto per andare a scuola. La sensazione di non aver completamente ricaricato le pile, di essere svegliati a forza. Si fa colazione e ci si veste ancora con gli occhi chiusi, per non parlare poi della prima (e per i piu' ritardatari anche seconda) ora con la testa appoggiata sul banco.
Una volta si andava a dormire dopo lo show televisivo della sera, relativamente presto, intorno alle 21.30. I ragazzi di oggi, invece, spengono la luce della lampada sul comodino molto piu' tardi dei loro coetanei di un tempo; di conseguenza la mattina hanno un vero e proprio comportamento da "zombie", che li rende inattivi per le prime ore del giorno. Cosi', visto che non si puo' stravolgere lo stile di vita di una generazione intera, un professore di psicologia de 'La Sapienza di Roma' ha pensato che a cambiare debba essere invece la scuola. Lui e' Luigi De Gennaro e sta attuando una nuova modalita' da far adottare negli istituti scolastici: quella di entrare alle 10 in classe. Una vera e propria rivoluzione che favorirebbe il riposo notturno degli studenti e non solo.
"L'adolescenza e' una fase in cui si dovrebbe dormire tra le 8 e 10 ore, secondo la National Sleep Foundation- commenta De Gennaro-. Il sonno gioca un ruolo0 specifico nel consolidamento delle memorie e nella stabilizzazione del processo di apprendimento, e adesso e' in atto una contrazione delle ore di riposo. Dunque, meglio posticipare l'inizio delle lezioni. Anche negli altri paesi sono partite queste sperimentazioni, e in tutte e' stato quantificato l'aumento del loro rendimento". È questo il vero scopo dell'iniziativa, perche' oltre a incentivare un maggior riposo dei ragazzi (senza che entrino in gioco discorsi in cui gli adolescenti di questa generazione vengono costantemente viziati), l'obiettivo e' proprio quello di migliorare i risultati degli studenti. Ma quando e dove partira' questa speciale innovazione? L'entrata alle 10 dovrebbe verificarsi a partire dal prossimo anno, all'istituto industriale Majorana di Brindisi.
Sebbene questa iniziativa sembri davvero molto interessante, c'e' ancora un tallone d'Achille nella "creatura" del professore De Gennaro: i trasporti. Entrando alle 10 si uscirebbe da scuola nel pomeriggio, ma cio' non agevolerebbe il ritorno a casa dei ragazzi, la maggior parte dei quali abita fuori Brindisi.
"Alla novita' del Majorana si devono affiancare una serie di cambiamenti, a partire dai trasporti. A quanto ne so pero', nel peggiore dei casi, l'istituto sarebbe disposto anche a ospitare gli alunni ", commenta il professore.
Spesso se ne sottovaluta l'importanza, ma dormire e' una delle fasi essenziali per lo sviluppo del nostro corpo. Le conseguenze, per chi sta poco con gli occhi chiusi, sono ad esempio: alterazioni della memoria (pensiamo ad uno studente qualunque che il giorno dopo deve sostenere un'interrogazione e per ripassare fa tardi la sera), mancanza di concentrazione, malumore ed irritabilita'. Per non parlare dell'aspetto fisico, con quelle "mezzelune nere" chiamate occhiaie che si vengono a formare sotto ai nostri occhi...
Tornando al caso specifico, la sperimentazione non coinvolgera' da subito tutti i ragazzi del Majorana, ma ne sono stati individuati solo alcuni, e tutti gli studenti che quest'anno svolgeranno la prova di maturita'. Cio' testimonia la forte intenzione di De Gennaro e degli alunni, i quali in un periodo cosi' delicato, fungeranno da "cavie e ricercatori" e, contemporaneamente, anche l'intraprendenza dell'Istituto Majorana, che oltretutto ha gia' introdotto il sistema di studi liceali di 4 anni anziche' 5.
Inoltre, a pensarci bene, ma quanti di noi prima di un'interrogazione o di un compito in classe sono entrati piu' tardi a scuola per ripassare? Un altro motivo per appoggiare questa iniziativa e' che i ragazzi, senza dover fare le cosiddette "ammazzate" (come si dice in gergo studentesco) svegliandosi alle 5 per ripassare la materia in questione, possono prendersela con piu' calma senza dover forzare i loro ritmi di giornata.
Per concludere, spesso gli alunni non si appassionano a cio' che studiano anche per l'eccessiva rigidita' della scuola italiana. Se per una volta, dunque, non devono essere gli studenti ad adattarsi a essa, ma viceversa, cio' gioverebbe proprio a tutti: alla scuola e a chi la frequenta.
(Wel/ Dire)