Cavatorta (Cattolica): Il 70% per problemi legati alla separazione
Roma, 6 mar. - "Nel Consultorio Familiare dell'Universita' Cattolica a Roma, solo nel 2017, abbiamo avuto piu di 1.000 persone e il 65% di queste ha portato delle domande psicosociali, il 70% ha parlato di problemi riconducibili alla separazione". Lo dice Paola Cavatorta, direttore del Consultorio Familiare e responsabile scientifico del progetto 'Gruppi di parola, una risorsa per i figli dei genitori separati', presentato nei giorni scorsi a Roma.
"Il progetto prende lo spunto da un'esperienza che dura da piu' di 15 anni di Gruppi di Parola (GdP) e che intende promuoverli e farli conoscere. Il Gruppo e' gestito da conduttori specializzati- spiega la responsabile scientifica- per toccare le dinamiche profonde della separazione e per aiutare i figli di genitori separati a fare domande e ad esprimere le loro paure e inquietudini. La gruppalita' costituisce un ambiente protetto".
I GdP sono un'esperienza breve, fatta di 4 incontri una volta la settimana. "I genitori sono coinvolti nell'incontro zero- prosegue Cavatorta- prima dell'inizio degli incontri con i figli, e poi a distanza di un mese con il follow up. In occasione dell'ultimo incontro i bambini e gli adolescenti scrivono una lettera collettiva ai genitori. Un collage che raccconta il loro vissuto e la traiettoria per comprendere quanto accaduto nella famiglia".
I bambini che saranno coinvolti nel presente progetto saranno tra i 40 e i 50. "Dobbbiamo calcolare una media di 6-7 bambini per 7 gruppi e i loro relativi genitori. Se, invece, consideriamo che nel solo Consultorio di Roma abbiamo fatto, prima del progetto, piu' di 20 Gruppi di Parola allora arriviamo a 120-140 bambini incontrati. Un numero che si raddoppia se sommiamo i Gruppi realizzati da tutte le sedi (Roma, Milano e Napoli) e sono oltre 40".
I genitori che hanno partecipato all'esperienza dei Gruppi di Parola "sono pieni di domande al primo incontro e commossi al termine", rivela Cavatorta. I genitori "sono colpiti perche' i bambini hanno acquisito la parola e il coraggio di esprimere le loro emozioni. Questo processo aiuta il dialogo ea capire le paure e i timori che non pensavano che i bambini avessero".
Si tratta di un'esperienza, fa sapere la psichiatra, che aiuta "genitori e figli a dirsi che si vogliono bene. Puo' sembrare banale ma i bambini hanno bisogno di sentirselo dire, e anche i genitori hanno bisogno di capire che non hanno deluso i loro figli".
I commenti delle mamme e dei papa' dipendono anche "dalla fase di separazione in cui si trovano. Alcuni genitori hanno riferito di aver saputo dalle maestre che i bambini avevano avuto un miglioramento scolastico- sottolinea Cavatorta- perche' si erano alleggeriti. Non fanno piu' i disegni che raffigurano teste fitte fitte di capelli, che a noi raccontano e che sono pieni di pensieri e preoccupazioni. Se queste preoccupazioni si allegeriscono e si disperdono, i bambini possono riprendere con vitalita' e il naturale potere evolutivo la loro strada".
I bambini come si presentano? "Quando arrivano al Gdp sono titubanti e timorosi, poi appena comprendono che possono parlare liberamente perche' c'e' la riservatezza e perche' hanno la certezza che non verranno presi in giro per quello che diranno, riescono a dialogare, a presentarsi e a raccontare quello che portano nel cuore e nella mente e che spesso non avevano mai espresso. Raccontano la rabbia- continua Cavatorta- ma soprattutto la paura. Hanno paura che poiche' i genitori si sono separati allora potrebbero separarsi anche dai figli. Temono il futuro, l'incerttezza, devono rapportarsi a delle nuove presenze, a dei nuovi compagni dei genitori e a volte a dei nuovi fratelli. E' come se il nuovo mondo cosi' come lo avevano conosciuto fosse incerto e imprevedibile e questo crea in loro molta ansia. Il dare voce a queste inquietudini, il poter parlare con gli altri bambini e il fare domande li aiuta a prendere contatto con una realta' e a poter essere, in molti casi, rassicurati sulla continuita' degli affetti".
Il sogno dell'unita' della coppia genitoriale ha bisogno di essere trasformato. "I genitori sono stati insieme quando hanno concepito il loro bambino, c'e' stato un momento in cui si sono voluti bene e questo e' importante che venga conservato.
Rimangono i due mondi: quello dei desideri e quello della realta'- ricorda la psichiatra- e con il lavoro dei Gdp riescono ad integrarli e a comprenderli. In una lettera finale un bambino ha scritto 'Ho capito meglio cosa sia la separazione'".
La volonta' del progetto presentato oggi, e promosso dall'Autorita' garante, e' arrivare alla costruzione di un Network tra servizi e conduttori dei Gdp per condividere le esperienze, i dati e le difficolta'.
"Stiamo contattando i conduttori formati nei corsi svolti a Milano, Roma e Napoli e stiamo verificando tutti i servizi che in Italia offrono i Gruppi di Parola, per capire non solo la qualifica professionale, ma anche il tipo di gruppi che offrono e quanti bambini incontrano", aggiunge Paola Cavatorta, direttore del Consultorio Familiare dell'Universita' Cattolica a Roma e responsabile scientifico del progetto.
"Nei nostri centri di Milano, Roma e Napoli abbiamo formato piu' di 200 conduttori dei Gruppi di Parola, molti dei quali sono attivi. È importante aggiornare i dati su dove sono e che attivita' svolgono per creare una rete".
In programma ci sono anche i laboratori per i conduttori dei GdP: "Un primo laboratorio e' stato gia' organizzato il 17 gennaio a Milano, seguiranno 6 date in tutta Italia per offrire ai conduttori un rinforzo. I nostri servizi sono presenti in Italia da 40 anni e oggi a Roma abbiamo la lista di attesa. Tra gli invianti e i motivatori, oltre alle famiglie, ci sono anche gli insegnanti della scuola elementare perche' vedono i cambiamenti nei bambini che hanno frequentato i Gruppi di Parola- conclude- li vedono alleggeriti".
(Wel/ Dire)