Roma, 29 mag. - "Al '68 lascerei la grande paranoica identificazione con alcune posizioni. La tolleranza e la non violenza sono valori molto importanti. Manterrei ancora lo spirito di allora, in cui c'era la convinzione che e' possibile rendere il mondo un posto migliore. Oggi e' ancora possibile". La pensa cosi' Jörg Rasche, psichiatra e psicoanalista di Berlino, che all'XI convegno nazionale dell'Italian Committee for the Study of Autogenic Therapy (Icsat) ha ripercorso il background degli eventi del Movimento Studentesco Tedesco a Berlino Ovest, l'isolata contrafforte occidentale al blocco comunista.
"Avevo 18 anni nel 1968. Berlino era una citta' in macerie, la seconda guerra mondiale fu un disastro. I soldati tedeschi tornati non erano affatto degli eroi, tanto che per i bambini l'immagine del padre come eroe ando' distrutta. Dopo il '45- ricorda Rasche- la figura del combattente eroe aveva fatto il suo tempo".
Allo psichiatra "Berlino Ovest sembrava la terra promessa. Il luogo dove si poteva creare ogni genere di rivoluzione. Tutto sembrava possibile". Tra i leader c'erano "Marcuse e Adorno, e studiavamo Marx. Non sapevamo che stavamo interpretando una parte di un gioco globale".
La Libera Universita' di Berlino era "un progetto democratico e anticomunista. Nel '49 nacque la Repubblica federale tedesca per contenere l'avanzata socialista, ma dopo il '45 molti dei seguaci del nazionalsocialismo tornarono al potere. La situazione a Berlino Ovest era paradossale, sostenuta dai capitali occidentali ma portatori di costumi alternativi. Come puo' riuscire una rivoluzione? Che fine aveva fatto la classe operaia nella Berlino Ovest?- chiede lo psichiatra- Solo i fatti del Vietnam ci diedero la possibilita' di rompere il tabu' e chiedere cosa avevano fatto i nostri padri durante il nazismo".
Del '68 "ricordo l'avventura degli americani sulla luna e kennedy. Nel '70 sono arrivato a Berlino e nel '77 ho vissuto la primavera di Praga. Ero al centro del movimento anarchico e suonavo l'organo in chiesa per pagarmi gli studi. Conobbi molte persone a quel tempo, il movimento politico fu importante per me. Allora studiavo Medicina e avevo compagni in tutta Europa, specialmente in Italia, Francia e Polonia. Un giorno- racconta Rasche alla Dire- mi chiesero di aiutare un compagno entrato in clandestinita' per ridicole accuse. Mi chiesero i miei documenti e naturalmente li diedi. Lui era molto famoso. Ando' a lavorare a mio nome in una fabbrica nella Germania Ovest, ma dopo un anno fu catturato dalla polizia con un altro nome. Nessuno seppe che lui a quel tempo uso' la mia identita' e cio' gli diede un alibi perfetto. Fu accusato di aver ucciso un politico, ma si rivelo' un'accusa falsa, una costruzione malevola. Alla fine rimase quattro anni in prigione e non disse nulla per proteggermi.
Questa storia mi ha insegnato cosa significa l'amicizia e la responsabilita'. Io non lo conoscevo molto bene e per me fu una delle esperienze piu' importanti della mia vita. Vissi comunque cinque anni di incubi, perche' la pressione dello Stato in Germania era molto brutale. Noi eravamo giovani e volevamo rendere il mondo un luogo migliore", conclude Rasche.
Qui e' possibile guardare la videointervista della Dire.
(Wel/ Dire)