Fcr 'prepara' operatori e familiari ad affrontare il tema a Reggio Emilia
Roma, 15 mag. - Rompere il silenzio e i tabu' che circondano il tema della sessualita' dei disabili e dotare le persone che gli stanno vicine -operatori, amici e familiari- di adeguati strumenti per facilitare la piena realizzazione affettiva e fisica di chi ha un handicap fisico o mentale. E' questo l'obiettivo del corso di 30 ore, rivolto a 80 operatori e 20 "assistenti", organizzato a Reggio Emilia nell'ambito del progetto della "citta' senza barriere", coordinato dall'azienda speciale partecipata al 100% dal Comune Fcr (Farmacie comunali riunite). Si tratta del secondo step di un percorso iniziato nel 2016 con un questionario somministrato a 740 tra disabili, cittadini e personale sanitario che si occupa dell'assistenza (ma anche psicologi e referenti dei progetti sociali) per indagare vissuto e desiderata dei cittadini piu' deboli in termini di prevenzione, salute e benessere, affettivita', relazioni sentimentali e sesso.
Dall'indagine era emerso che il 22% delle persone con disabilita' intervistate ha avuto almeno una relazione nella sua vita, il 42% diverse relazioni e il 36%, quindi piu' di una persona su tre, nessuna esperienza. Queste persone oggi sono in larga maggioranza single. La maggioranza del campione aveva inoltre dichiarato di saperne complessivamente "poco o niente" sull'influenza della disabilita' in ambito sessuale. "Parlare di sessualita'" includendola nell'anamnesi del paziente-utente, come emerge dai dati, era risultata una pratica poco diffusa: il 43% di operatori coinvolti nella ricerca ha dichiarato di investigare la sessualita' "mai o raramente", mentre dall'altro lato della scrivania, il 60% dei familiari aveva giudicato questa assenza di interesse. Infine la parola piu' frequente per definire la vita sessuale dei disabili usata dagli operatori era stata "bisogno", mentre per i familiari "desiderio". In conclusione era anche emerso che le persone con disabilita' hanno una vita sessuale e quelli che ancora non ce l'hanno la desiderano e tutti i rappresentanti del campione si erano detti disponibili a seguire corsi di formazione specifica sull'argomento. "Affrontiamo pubblicamente un tema complesso di cui si parla molto poco nell'opinione pubblica, a maggior ragione nel caso dei disabili- sottolinea il vicesindaco Matteo Sassi- perche' dalla nostra indagine del 2016 e' emerso chiaramente che anche gli operatori hanno bisogno di strumenti e formazione".
Annalisa Rabitti, presidente di Fcr, aggiunge: "Il silenzio su questi argomenti e' uno sgarbo alla personalita' dei disabili a cui dobbiamo rimediare affrontando l'ipocrisia, la negazione e la vergogna". Per Laura Mauri, responsabile del servizio Handicap adulti dell'Ausl reggiana, "occorre affrontare questi temi come facciamo con l'educazione sessuale per gli adolescenti, che vanno accompagnati per non creare pasticci e danni a se stessi". Verranno organizzati dei gruppi di lavoro su specifici argomenti, come tra cui la fisiologia del rapporto sessuale nelle persone "diversamente abili".
(Wel/ Dire)