Istituto freudiano presenta il libro con lo scrittore Termini
Roma, 10 lug. - Se una passione ci prende, ci afferra, e' perche' siamo appassionati da qualcosa. Ma da cosa esattamente? Ecco il punto. Un fondamentale nodo soggettivo lega e stringe gli affetti all'inconscio e ai destini della pulsione. E il suo avvicinamento, la sua esplorazione, la sua riformulazione nello svolgimento dell'esperienza analitica e' quanto costituisce il tema centrale del libro 'Clinica delle passioni' di Massimo Termini (Casa editrice Astrolabio).
Il testo dello psicoanalista della Scuola lacaniana di psicoanalisi sara' presentato a Roma il 17 luglio nei Giardini di Castel Sant'Angelo alle 20. L'iniziativa e' promossa dall'Istituto freudiano.
Dalla vergogna alla colpa, dall'amore all'odio, dal malumore alla tristezza e altri ancora, senza dimenticare il luogo cruciale dell'angoscia: e' nel variegato campo degli affetti che Lacan introduce il concetto di passione, smarcandosi al tempo stesso da quello di emozione. Ripreso dalla tradizione, quello di passione e' il concetto che serve per agganciare l'affetto freudiano, riportarlo nel quadro del discorso, dove si tesse il legame del soggetto con l'Altro, e allacciarlo cosi' al particolare oggetto qui in gioco.
Denominato con la sola lettera a, e' a questo oggetto esclusivo e speciale, differente da tutti gli altri che popolano il mondo, e' alle sue distinte forme, messe a fuoco dall'originale elaborazione laciniata, che rispondono le passioni. Tanto che la via propriamente analitica per agire su di esse ne dipende e non puo' che passare innanzitutto dal fatto di modificare il rapporto che ciascuno intrattiene, nell'inconscio, con il proprio oggetto a. Interverranno Michele Cavallo, psicoanalista della Scuola lacanianan di psicoanalisi (SLP), docente incaricato all'Istituto Freudiano (IF); Antonio Di Ciaccia, psicoanalista SLP, presidente IF; Massimo Termini, psicoanalista SLP, docente IF; Coordina Ce'line Menghi, psicoanalista SLP, docente IF. La prenotazione e' obbligatoria ma l'ingresso e' libero sino a esaurimento posti disponibili.
(Wel/ Dire)