Roma, 10 lug. - Autismo, sindrome di Down, AngelMan, Cri Du Chat, West, Coffin Siris, Landau-Kleffner, cosa hanno in comune tali patologie? L'assenza del linguaggio parlato. I-SPK e' un protocollo psico-linguistico che puo' dare a questi bambini una lingua per comunicare.
L'acronimo I-SPK e' l'abbreviazione di I SPEAK "io parlo" o meglio "Io Se Posso Komunico" perche' questa e' la missione del progetto: dare uno strumento comunicativo e un percorso terapeutico che permetta a bambini e adulti impossibilitati a parlare di poter entrare in relazione con l'altro e comunicare. I-SPK usa la Lingua dei Segni italiana (LIS), una vera e propria lingua che non passa per il canale verbale - spesso assente in queste patologie - ma per l'uso delle mani e del corpo. Anche bambini con ridotta motricita', attenzione e capacita' di relazione possono usarla. Numerosissimi studi a proposito dimostrano come l'acquisizione della LIS possa migliorare diverse funzioni esecutive, cognitive, motorie e psichiche. Per questo dopo una ricerca fatta in ambito nazionale e internazionale, e da diverse esperienze sul territorio e' nato un protocollo sperimentale.
"L'idea di questo progetto nasce dall'esperienza terapeutica avuta con una bambina affetta dalla Sindrome di Coffin Siris che attualmente, dopo due anni di intervento, e' in grado di produrre frasi in Lingua dei Segni che possono esprimere emozioni, desideri, ironia, curiosita'. Grazie all'acquisizione della Lis- spiegano gli ideatori del protocollo- si sono avuti netti miglioramenti anche dal punto di vista motorio, cognitivo, relazionale e psichico. Ora il soggetto e' in grado di mentalizzare stati emotivi, di entrare in comunicazione con i pari e con i genitori. Alla luce di questi risultati abbiamo ritenuto necessario dover estendere il protocollo ad altri bambini per dar loro la possibilita' di incrementare non solo lo sviluppo linguistico ma anche quello cognitivo e psichico, punti dirimenti per un armonico sviluppo globale".
I risultati ottenuti da questo studio pilota, ancora in itinere, "sono sostenuti dalla letteratura riguardante i benefici dell'uso della Lingua dei Segni come gli studi sulla valenza iconica di Fristoe e Lloyd che dimostrarono come i segni siano piu' facilmente acquisibili. L'analisi di diversi siti web che promuovono la Lingua dei Segni, come 'baby talk', rilevano che l'uso del segnato migliori lo sviluppo del linguaggio verbale, incrementi il quoziente intellettivo, migliori l'autostima e il rapporto con i genitori. Inoltre, utilizzando il segnato- continuano- il canale visivo-gestuale, tali studi dimostrano come si attivi non solo l'aerea linguistica ma anche quella destinata all'elaborazione degli stimoli visivi, incrementandone cosi' la sua attivita'. Attraverso la produzione e la riproduzione segnica si favorisce altresi' la comprensione di parole e concetti, supportando lo sviluppo del linguaggio, dell'espressione verbale e della lettura, aumentando il livello di concentrazione e la capacita' di memorizzazione".
Dopo una fase di ricerca su studi nazionali ed internazionali l'e'quipe di I-SPK ha redatto un protocollo basato su presupposti scientifici chiari e delineati. In Italia sono pochissime le esperienze similari, mentre la vicina Inghilterra con il metodo Makaton conta circa un milione di utenti. Passando oltre oceano vi e' l'esperienza di un centro sulla comunicazione anch'esso pubblico che riesce a coprire tutto il Nord America.
Perche' la Lingua dei Segni. La Lingua dei Segni (Lis) e' una lingua naturale, non vocale, che utilizza il canale visivo-gestuale e nella quale i movimenti di tutto il corpo, delle mani nello spazio, il viso e le espressioni facciali veicolano significati a livello morfologico, sintattico e semantico.
I-SPK, si propone di abilitare il linguaggio attraverso la Lis, fornendo una forma di comunicazione alternativa che sfrutta le abilita' visive e gestuali intatte o residue, adattandosi alle competenze e alle possibilita' del bambino, altresi' incrementando lo sviluppo della lingua vocale. Non bisogna dimenticare che la ricerca linguistica ha messo in luce come la "facolta' di linguaggio", quella facolta' che permette ad ogni bambino di imparare la lingua alla quale viene esposto, sia indipendente dall'apparato fonoarticolatorio e che quindi un bambino esposto a una lingua segnata, la apprendera' alla stregua di qualsiasi altra lingua vocale, acquisendo cosi' una forma di comunicazione in grado di soddisfare tutti i suoi bisogni cognitivi e comunicativi. Fermo restando, infatti, che ogni bambino acquisisce il linguaggio con tempi e modi diversi, gli studi hanno evidenziato sostanziali analogie nell'acquisizione e nello sviluppo del linguaggio di un bambino esposto ad una Lingua dei Segni e di uno esposto a una lingua vocale.
Inoltre la letteratura internazionale ci offre studi sperimentali dove la Lis e' stata utilizzata per la riabilitazione del linguaggio e della comunicazione sia in soggetti con disabilita' nell'ambito del linguaggio con residue capacita' linguistiche, sia in assenza o presenza di problematiche legate alla sfera emotivo-comportamentale con o senza compromissioni a livello cognitivo, con bambini con Sindrome di Down, con bambini autistici, con bambini affetti da deficit dello sviluppo o con disabilita' fisiche. Anche il panorama italiano propone diverse esperienze che descrivono come la Lingua dei Segni sia stata funzionale per l'acquisizione del linguaggio e per lo sviluppo di aree cognitive e psichiche. Se l'obiettivo primario di questo protocollo e' dare uno strumento comunicativo l'obiettivo secondario e parallelo e di uguale importanza e' insegnare a poter comunicare, una partita tutta clinica dove bambino e famiglia sperimentano il fatto di poter comunicare prima di imparare a farlo. Io, se posso, comunico! (Wel/ Dire)