Tonioni (psichiatra): Si ritirano perche' non reggono contatti emotivi
Roma, 10 lug. - "Giovani dai 9 ai 23 anni con molta rabbia dentro che hanno attivato una crisi nei loro genitori, una crisi che le mamme e i papa' non riescono a tollerare. Questi giovani arrivano da noi per la cosiddetta dipendenza da internet, ma i reali motivi sono molto piu' complessi e hanno radici profonde nelle loro storie affettive. Hanno tutti delle dinamiche un po' disarmoniche". Sono loro l'utenza del Centro Pediatrico Interdipartimentale per la Psicopatologia da Web, presso la Fondazione Policlinico Gemelli di Roma diretto dallo psichiatra Federico Tonioni, intervistato dalla Dire.
"Dal 2009, quando abbiamo cominciato questo tipo di attivita', abbiamo preso in carico circa 1.500 nuclei familiari. Un numero discreto, ma dobbiamo sempre considerare che non ci sono molte altre strutture che se ne occupano. È importante non creare allarmismi- afferma il medico- e soprattutto non confondere quelli che sono dei processi evolutivi anche auspicabili. Siamo passati velocemente all'idea di pensarli come dipendenti da internet- prosegue Tonioni- a ragazzi portatori di una psicopatologia web mediata, dove il sintomo principale non e' mai di iperconnessione, che negli adolescenti e' quasi un diritto, ma e' il ritiro sociale con abbandono della scuola e tante ore a giocare al gaming sparatutto".
Loro vivono aldiqua' dello screening digitale. "È una barriera contro stimoli emotivi insopportabili- spiega lo psichiatra- basti pensare che con una webcam non riusciamo ad arrossire.
Abbiamo uno stato di tensione quando comunichiamo su skype con qualcuno, ma questa tensione non diventa comunicazione all'altro perche' non passa per il corpo. Sono ragazzi senza pelle. Il ritiro sociale si innesca perche' non si reggono i contatti emotivi dal vivo. Non dobbiamo dimenticarci che peso hanno le emozioni nei vissuti degli adolescenti e dei bambini. Gli adolescenti e i bambini possono, nei casi dove c'e' una fragilita' costituzionale alle spalle, addirittura sentirsi di andare in pezzi".
Il gaming compulsivo "ha la funzione di fargli mantenere l'unico equilibrio possibile. In questo senso il gaming sparatutto e' un detonatore di rabbia. È come respirare con una cannuccia quando si e' sotto acqua. È qualcosa di indispensabile, come gli elementi di dipendenza patologica sono tutte scelte obbligate mai consapevoli, dove ci puo' essere un'alternativa", precisa Tonioni.
I genitori di questi ragazzi hanno difficolta' di vario tipo. "Fare un figlio significa avere a che fare con una immagine ideale di noi stessi, come vorremmo essere. Molto spesso questa nostra necessita' di far diventare i figli come avremmo voluto essere noi seda tanti nostri sensi di colpa. Questo mi fa dire sempre piu' spesso che la distanza piu' pericolosa dai nostri figli sono i nostri sensi di colpa inconsapevoli. Lo dico anche da padre- conclude lo psichiatra- esattamente come credo che sia la fiducia la distanza piu' sana con gli adolescenti, mai il controllo".
(Wel/ Dire)