E domanda di sicurezza e' infinita. 5 tendenze individuate in ultimi 20 anni
Roma, 3 lug. - Le barriere antisfondamento per arrestare i terroristi? "Un'idea che in Italia ha preso piede la prima volta a Padova nel 2006 per separare una parte della citta' da giardini e cortili privati". Lo stato di emergenza dichiarato dall'ex presidente francese Hollande dopo la strage del Bataclan? "È la stessa soluzione messa in piedi da Sarkozy quando era ministro dell'interno per arginare le rivolte nelle banlieu". Le panchine anti-clochard? "Come nella New York del sindaco Rudolph Giuliani". Roberto Cornelli e' criminologo, titolare di cattedra all'Universita' Milano-Bicocca, e ha trovato cinque tendenze che attraversano i Paesi occidentali, in quella che lui definisce "la manipolazione della paura". Le ha esposte a Milano venerdi' 29 giugno durante il seminario "Human Criminology - il pensiero criminologico e l'etnocentrismo" e infine in un articolo scientifico in via di pubblicazione sulla rivista "Criminalia".
Il futuro per Cornelli affonda nelle scelte politiche degli ultimi 20 anni ed e' questo: "Avremo delle citta'-fortezza, da difendere contro le invasioni, e politiche di sicurezza urbana che renderanno 'scomode' le citta'. A testimoniarlo sara' lo stesso arredo urbano". Gli strumenti penali verranno usati per governare fenomeni sociali importanti come l'immigrazione, ma anche quelli micro-sociali come la movida o il degrado. "Si pensi all'aumento delle pene- dice il docente- alla sfera dei comportamenti penalmente rilevanti in temi urbanistici, ambientali". O ancora: "L'esplosione delle ordinanze dei sindaci. Sono strumenti amministrativi e non penali, ma adottano una disciplina su comportamenti come l'accattonaggio, la tossicodipendenza, forme di prostituzione, la movida, gli schiamazzi".
Un fenomeno inedito per l'Italia "ma che affonda le radici nelle civility laws degli anni '90 negli Stati Uniti".
L'esercito per strada come fonte di ordine pubblico che non potrebbe essere usato perche' "ha una formazione legata al conflitto bellico, non alla gestione della popolazione" ma che in realta' racconta di uno "spostamento simbolico: un governo che non e' piu' in grado di gestire l'ordine attraverso la normalita'".
Lo stesso per il controllo della popolazione straniera con strumenti che esulano dalle convenzioni internazionali, la detenzione amministrativa, le espulsioni. "Ci siamo abituati- afferma il criminologo- eppure le paure non si sono diffuse a macchia d'olio, tutt'altro". Perche' "non e' il rischio effettivo che produce paura, visto che gli omicidi sono in calo e la possibilita' di un attentato e' inferiore rispetto a 30 o 40 anni fa". Cita statistiche Cornelli: "Secondo i dati di Eurobarometro o le indagini Istat che riguardano la sicurezza dei cittadini e sono state svolte nel 1998, nel 2007 e nel 2015-16, emerge come il terrore della criminalita' sia stabile o in diminuzione". È invece il "discorso sulla paura" ad essere aumentato.
Il criminologo e' giunto a una conclusione: "La domanda di sicurezza e' infinita, per questo e' pericolosa". Per Cornelli "un politico che cavalca la sicurezza e deve dare delle risposte immediate" sta attivando delle dinamiche da slavina. "La sicurezza totale e' un'aspettativa che verra' frustrata e innesca un processo politico di cristallizzazione". E chiude il professore della Bicocca: "Le camionette in strada, le telecamere per la video sorveglianza che non hanno una grande efficacia come deterrente, tutte queste politiche in realta' producono altra insicurezza ed esasperazione dell'aspettativa, in un gioco di rincorsa simbolico".
(Wel/ Dire)