Roma, 26 giu. - Nella terapia dei soggetti autistici e' necessario lo sviluppo delle potenzialita' e del talento artistico perche' "se si lavora solo sul deficit il rischio e' che le potenzialita' vengano sommerse". È quanto sostiene la psicoterapeuta e responsabile del servizio terapie dell'Ido, Magda Di Renzo, intervenendo al convegno dal titolo 'Risorse e vulnerabilita' del soggetto autistico', alla Sapienza di Roma.
"Innanzitutto bisogna trovare le potenzialita'- ha spiegato Di Renzo- e questo significa fare delle osservazioni piu' attente che tengano conto delle traiettorie di sviluppo . Dobbiamo andare a cercare quelle aree in cui e' possibile lavorare per trainare tutta l'evoluzione. Cio' comporta delle evoluzioni migliori".
Riferendosi a un recente studio effettuato dall'Ido, Di Renzo ha aggiunto: "Abbiamo individuato nella nostra ricerca alcuni indici predittivi, quali ad esempio la capacita' di capire le intenzioni, di avere una risposta empatica seppur non completa, e quello che e' importante e' che questi indici predittivi ci hanno permesso di ottenere risultati dopo 2-4 anni di terapia".
OISMA: NECESSARIO L'INSERIMENTO SOCIALE - "Si fa poca ricerca sui temi dell'inserimento sociale, che penso sia una parte fondamentale dell'approccio all'autismo perche' altrimenti il trattamento rimane monco, a meta'". Lo afferma Rosaria Ferrara, psicologa, ricercatrice e presidente dell'Osservatorio italiano studio e monitoraggio autismo (Oisma). "Oggi- spiega- la ricerca e' legata al metodo. Non interessano i fini della ricerca, ma vengono fatte ricerche sui trattamenti, che sono assolutamente importantissime. Si deve pensare pero' a cosa il bambino potra' fare un domani, in quale contesto lavorativo potra' essere inserito. Ecco a cosa punta Oisma".
(Wel/ Dire)