Di Renzo (IdO): Loro opere aiutano a capire funzionamenti speciali
Roma, 23 gen. - "Esistono talenti anche nelle situazioni patologiche. La percentuale di artisti presente tra i soggetti autistici e' del 2%, la stessa incidenza la troviamo nei normodotati". Lo fa sapere Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), intervenendo al convegno su 'Autismo: un futuro nell'arte' a Montecitorio.
"L'attenzione alle produzioni artistiche nel mondo della disabilita' e' pero' un fenomeno recente- ricorda la psicoterapeuta dell'eta evolutiva- che risale agli anni '20, mentre negli anni '70 sono state allestite le prime mostre. Lo psicologo Rudolf Arnheim ha detto che e' necessario scoprire le radici dell'impulso formativo in relazione alla creazione artistica e non solo alla malattia, proprio perche' all'inizio l'interesse per queste forme creative era solo sulla patografica (che legge la malattia mentale nella produzione artistica)".
Il limite di una visione patografica, spiega Di Renzo, "e' quello di usare etichette esterne per valutare un percorso interno. Per andare oltre dobbiamo comprendere meglio il tipo di funzionamento mentale delle persone con autismo e non sovrapporre limiti e potenzialita'. Le loro opere- ricorda la psicoterapeuta- ci aiutano a capire questi funzionamenti speciali, ci aprono frontiere importantissime nel rispetto dell'unicita'. Il processo creativo in queste persone va dallo specifico all'unico e non dallo specifico al generale. Un aspetto che ci stimola a rispettare ogni individuo nelle sue caratteristiche". Occorre quindi "una comprensione piu' profonda del sintomo e delle opere artistiche- conclude- perche' alcune opere sono proprio motivate dal rifiuto delle etichette esterne".
(Wel/ Dire)