Roma, 13 feb. - "Molto spesso i bambini hanno problemi di apprendimento o cognitivi e non ci si rende conto che non sono legati solo a cause organiche. Come neuropsichiatra infantile vedo bambini con lesioni o altri motivi responsabili dei disturbi dell'apprendimento, tuttavia negli ultimi anni c'e' un'evidenzia sempre maggiore del fatto che esiste una concausa di fattori che contribuiscono a causare suddetti problemi". Lo afferma Eugenio Mercuri, direttore UOC Neuropsichiatria Infantile della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli e professore ordinario di Neuropsichiatria Infantile dell'Universita' Cattolica, spiegando che lo studio biennale 'La rabbia che non si vede', presentato a Roma, nasce proprio "dalla voglia di mettere insieme elementi non sempre considerati connessi tra di loro".
Neuropsichiatri, psicologi, pediatri e insegnanti, da oggi saranno chiamati tutti ad individuare i campanelli di allarme per prevenire la psicopatologia in eta' infantile. "Vogliamo creare dei ponti con la scuola e con i pediatri di base per risolvere al meglio queste problematiche", afferma Mercuri.
I campanelli di allarme sono tanti. "Quando la rabbia e' repressa e non si manifesta in maniera evidente e' piu' difficile riconoscerla. Bisogna vedere se indirettamente, nella condotta scolastica, nell'apprendimento o nella socializzazione- continua il medico- ci siano degli elementi che ci possano far pensare ad altre cause e non solo alla rabbia. Penso a quelle situazioni che possano manifestarsi anche con un ritiro o un atteggiamento diverso dalla rabbia manifesta".
Alla base della rabbia possono esserci le "frustrazioni o l'incapacita' di riuscire ad avere dei meccanismi di compenso rispetto alle difficolta'- conclude Mercuri- a volte possono esserci anche delle cause organiche. Da neuropsichiatra vedo tanti bambini con disabilita' lievi, riescono a fare molte cose ma non tutto, e questo puo' creare un senso di frustrazione che si esprime con la rabbia".
Qui e' possibile vedere la videointervista della Dire.
(Wel/ Dire)