Indagine Asl Rm2: No manicomi, ma raptus violenti manifestazione dei 'folli'
Roma, 18 dic. - Nello Spazio Incontro Schole' a Villa Lazzaroni, nel VII municipio di Roma, sono stati presentati i risultati di ricerca/azione su idee di follia/malattia mentale, stigma e storia della riforma psichiatrica, realizzata, nell'ambito del percorso alternanza scuola lavoro, dal dipartimento di Salute Mentale Asl Roma 2 in collaborazione con il corpo insegnante e gli studenti dei licei Charles Darwin-Pitagora e Bertrand Russell.
"Il Progetto NO-STIGMA contro il pregiudizio in salute mentale- ha dichiarato Flori Degrassi, direttore generale Asl Roma 2- e' una importante iniziativa che ha come obiettivo il superamento dei pregiudizi e dello stigma sulla malattia mentale, partendo dall'analisi di quello che pensano gli studenti".
Dall'analisi dei dati del questionario sul pregiudizio e lo stigma in salute mentale, che ha visto coinvolti circa 100 studenti, emerge una situazione di una notevole apertura nei confronti della malattia mentale pur in presenza di alcuni stereotipi socialmente diffusi, tra i quali in primo luogo l'idea di pericolosita' e di una necessaria azione di protezione. La storia e la cultura della riforma della legge 180 e della lotta allo stigma sociale dopo 40 anni, hanno lasciato una traccia nelle giovani generazioni, e anche l'idea dell'inclusione sembra avere trovato un terreno fertile. La malattia mentale e' vista come una malattia biologica (anomalia del cervello), ma non genetica o ereditaria. I matti non devono stare nei manicomi, niente esclusione (lontani dalla cittadinanza), ma poi affiora anche un'idea di reclusione per i pazzi pericolosi. Emerge l'idea che i serial killer sono "pazzi" o "malati di mente", e dunque vanno distinti da quei pazzi o malati di mente che non sono violenti. 61 studenti su un totale di 100 hanno giudicato vera la seguente affermazione: chi uccide per gelosia o per una delusione amorosa e' malato di mente. Anche qui la violenza e' "segno" di malattia mentale; l'idea che possa trattarsi di dettami culturali (tradimento ecc.) che veicolano e determinano azioni, non e' vincente, anche se forse nel 38% si annida un'idea simile.
Sembrerebbe resistere il pregiudizio dell'inguaribilita' con 89 studenti che ritengono vera la seguente affermazione: se una persona e' stata in cura da uno psichiatra, anche se guarisce e' sempre a rischio di ricadute improvvise. Appare superato, invece, il pregiudizio sulla imprevedibilita' (solo per 15 studenti su 100 il malato di mente e' imprevedibile) cosi' come quello della incomprensibilita' (77 studenti su 100 ritengono falsa la frase: la malattia mentale e' incomprensibile). Una pericolosita' immanente esiste ed e' pronta a esplodere nel raptus (per 69 studenti e' vera l'affermazione: il raptus e' il momento in cui si manifesta improvvisamente la pericolosita' dei folli).
Malattia mentale e' cio' che necessita di un intervento terapeutico; follia e' uno stato psicologico, emotivo, o una condizione esistenziale: non e' patologica e non deve essere trattata dalla medicina (al piu' richiede un intervento psicoterapico).
"In ultima analisi- ha affermato Massimo Cozza, direttore del Dipartimento di Salute Mentale- da un lato c'e' l'aspetto positivo della consapevolezza della negativita' del manicomio e della esclusione, ma permangono ancora pregiudizi, dalla pericolosita' alla imprevedibilita', per cui appare giusto proseguire con l'iniziativa NO-Stigma- contro il pregiudizio in salute mentale", in primo luogo tra i giovani.
(Wel/ Dire)