L'intervento deve essere commisurato alle necessita' del bambino
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 19 set. - "È un attacco alla persona, presumibilmente perche' la persona e' molto vicina alla comprensione di un quesito clinico, relazionale ed emozionale che puo' essere perseguito solo se si hanno specifiche competenze". Parte da questa constatazione Emanuele Trapolino, neuropsichiatra infantile dell'Ospedale Giovanni Di Cristina (Arnas) di Palermo, commentando la lettera con cui Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), reagisce agli insulti ricevuti da alcuni esponenti dell'Associazione nazionale genitori soggetti autistici (Angsa). La lettera e' pubblicata sul sito www.ortofonologia.it.
"Se non si hanno quelle specifiche competenze- continua il neuropsichiatra infantile- si finisce per preferire un approccio piu' pragmatico che tutto sommato puo' mettere apparentemente nella condizione di non sbagliare, di non andare controcorrente per convenzionarsi al pari di quello che fanno gli altri. Mi pare che oggi la politica sia quella del 'Facciamo tutti la stessa cosa, tutti i bambini sono uguali'". Un pensiero che "di fatto contraddice quello che noi riteniamo, ovvero che ogni bambino ha la sua identita', la sua dignita' emotiva e la sua disarmonia clinica".
Il direttore dell'IdO "ha scelto di leggere il bambino nella sua traiettoria evolutiva per quello che in quel momento esprime- spiega Trapolino all'agenzia Dire- nell'ottica di una modifica, di una trasformazione che non necessariamente deve essere drammatica o comunque senza speranza. Puo' anche essere positiva e produttiva".
Il neuropsichiatra infantile di Palermo definisce "la disquisizione tra gli approcci comportamentale e psicodinamico un discorso di lana caprina che ci ha stancati. Credo che l'intervento vada commisurato alle necessita' del bambino. Una pratica non esclude l'altra- continua il medico- e' solo un fatto di equilibrio e di reale attenzione alla dimensione umana prima, clinica dopo ed evolutiva del bambino che ci permette di stabilire qual e' il processo piu' adeguato e piu' sintonico a quelli che sono i suoi bisogni profondi. Quando si parla di bisogni, anche in un bambino disarmonico, bisogna sapere di cosa si sta parlando. Il bisogno e' qualcosa che ti obbliga all'interpretazione e quindi a un'esposizione personale, dove l'unico che guadagna e' il bambino- conclude Trapolino- ed e' corretto perseguire questa strada".
(Wel/ Dire)