(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 31 ott. - "Il disagio dei bambini e degli adolescenti, nel mondo contemporaneo, cambia a grande velocita'. Non solo e' sempre piu' in primo piano, all'interno delle famiglie, nelle scuole, nei luoghi di aggregazione, sulle pagine dei giornali. Le sue forme risentono anche - e non potrebbe essere altrimenti - 'della messa in questione di tutte le strutture sociali a opera del progresso della scienza'". Cita Jacques Lacan Paola Bolgiani, presidente della Scuola lacaniana di psicoanalisi (Slp) che il 19 novembre promuove una giornata clinica nazionale sui 'Bambini e adolescenti e gli adulti che se ne occupano. L'evento si svolgera' a Torino dalle 8.30 alle 14 nell'Aula Magna della Facolta' di Giurisprudenza e Scienze Politiche, Universita' di Torino, Campus Einaudi in Lungo Dora Siena 100.
"I bambini e gli adolescenti di oggi sono confrontati e testimoniano degli effetti maggiori del discorso dominante: la caduta degli Ideali e l'evaporazione delle figure di autorita', il predominio degli oggetti che tendono a saturare la domanda e a impedire il sorgere del desiderio. In assenza dell'orientamento dato dalla cultura, dalla tradizione, da quella che si chiamava (buona) educazione, dalle residue forme di ritualita' ancora operanti fino a non molti anni fa nelle nostre societa', insomma- continua il presidente Slp- da una 'incarnazione della Legge nel desiderio'[J. Lacan], che costituiva una direzione per il bambino e l'adolescente in relazione all'uso del corpo e alla sessualita', oggi bambini e adolescenti manifestano il proprio disagio sempre piu' nella forma dell'agito. Che si tratti dell'iperattivita' infantile, o dei passaggi all'atto sempre piu' dirompenti che incontriamo nell'adolescenza (pensiamo alle violenze contro l'altro o al crescere dei suicidi), si constata la difficolta' crescente nel trovare appoggio in un sintomo che permetta un legame con l'Altro. L'oggetto, specie quello tecnologico, diventa allora l'unica risorsa, appiglio precario e fagocitante, volta a volta per incanalare la pulsione e per stabilire una forma di legame, ancorche' virtuale. Gli adulti, anch'essi alle prese con le impasse della nostra civilta', manifestano uno smarrimento crescente. Perduti i punti di riferimento, caduta l'illusione di un Altro della garanzia, sono alla costante ricerca di un'autorita' che fondi la legittimita' del proprio atto 'educativo'. E lo trovano nei protocolli e nelle 'linee guida', statisticamente fondati, che sempre di piu' la psicologia, la pedagogia (diventata nel frattempo 'scienza pedagogica') e la medicina, offrono. 'Cio' che non va' con un bambino o un adolescente e' immediatamente considerato patologia, da affidare agli esperti, affinche' si trovi la cura e si ripristini la normalita'. La relazione con il minore diventa anonima- denuncia Bolgiani- cancellata la dimensione della parola: l'adulto fatica a mettersi all'ascolto del minore, a leggere i suoi comportamenti o le sue difficolta', a intervenire nella relazione considerandosi parte in causa".
L'adeguamento sociale e la performativita' sembrano "i soli ideali che gli adulti che se occupano propongono ai bambini e agli adolescenti. Iperstimolati, con l'idea che debbano accostarsi presto e bene a ogni possibile campo del sapere, attraverso l'ausilio di esperti specializzati- spiega il presidente Slp- si manifestano poi spesso refrattari a ogni curiosita'. Iperprotetti, con l'idea che debbano essere tutelati dal reale dell'esistenza, possono manifestare in seguito una ferocia senza limite, in cui spicca l'assenza di senso di colpa e di responsabilita'. Ipervalutati, nel loro sviluppo fisico e psichico, in base a criteri standard dove ogni deviazione dalla norma corrisponde alla necessita' di un intervento terapeutico quando non preventivo, possono manifestare in seguito difficolta' di entita' spesso molto importante. Con la psicoanalisi affermiamo che ogni bambino incontra nella propria esistenza delle difficolta', e che non esiste lo sviluppo 'normale'. Ogni individuo venendo al mondo si trova nella necessita' di inventare il proprio modo, singolare, di accordare la parola e il corpo, il simbolico e il godimento, in un bricolage che, sempre, avra' degli zoppicamenti".
Inoltre, Bolgiani afferma che "quel che costituisce l'impasse degli adulti nel rapporto con le nuove generazioni e' un fatto di struttura: la garanzia dell'atto non c'e'. La nostra epoca, in cui le figure di autorita' mostrano la loro consistenza di sembianti, mostra che ogni atto, incluso l'atto 'educativo', deve essere necessariamente un atto inventivo e creativo. Se non c'e' un'autorita', quello che puo' esserci e' pero' un soggetto che si fa responsabile dei propri atti, adulto o minore che sia". Si tratta dunque per lo psicoanalista, dovunque operi, nel proprio studio oppure in un'istituzione di cura, educativa o scolastica, "anzitutto di fare spazio alla singolarita', all'uno per uno del bambino, dell'adolescente o dell'adulto che se ne occupa che viene a incontrarci, rompendo l'uniformita' delle categorie e delle 'problematiche' che oggi sempre piu' sono presentate come universali. Si tratta di restituire la parola al soggetto, alla particolarita' della trama significante, intessuta dalle contingenze, che costituisce la sua storia, con i suoi 'segreti triviali e impareggiabili'[J. Lacan]. Si tratta di consentire che si istituisca un transfert, di cui l'analista si fara' supporto con la sua presenza non anonima. Si tratta infine di offrire la possibilita' della costruzione di un sintomo che possa costituirsi come un appiglio per il soggetto nella sua relazione all'Altro, spingendolo, qualsiasi sia la sua eta'- conclude- a farsene responsabile".
L'evento ha avuto i patrocini della Regione Piemonte, della citta' metropolitana di Torino, dell'Universita' degli studi di Torino e dell'Ordine psicologi del Piemonte. Per partecipare al convegno e ricevere tutte le informazioni, scrivere a segreteriaoperativa@slp-cf.it, o consultare il sito
https://www.slp-cf.it/giornata-clinica-nazionale.
(Wel/ Dire)