Firenze, il gioco d'azzardo costa 1.600 euro a testa
6,5% reddito familiare. Giro affari 632 mln, 2.000 ludopatici
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 21 nov. - Nel 2016 in Italia il volume d'affari del gioco di azzardo ha sfiorato i 96 miliardi di euro, facendo segnare un consumo pro capite di 1.500 euro l'anno a persona, neonati e bambini compresi. Nel Comune di Firenze, tuttavia, "la situazione appare piu' grave". La spesa pro capite, infatti, "oltrepassa i 1.600 euro l'anno", cifra che fa segnare un +6% sul dato nazionale. Se pero' il dato e' stornato dei minorenni, si raggiungono i 2.000 euro di giocate medie l'anno. Lo spiega Franca Tani, docente di Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione nell'Ateneo fiorentino e curatrice del report di ricerca scientifico che accompagna il nuovo regolamento per il "gioco lecito" del Comune di Firenze.
Nel capoluogo toscano, in pratica, la spesa media familiare legata al consumo dell'azzardo supera i 3.300 euro l'anno, "praticamente il 6,54% del reddito totale", spiega Tani. Piu' della meta' delle risorse impegnate per far la spesa (5.174 euro all'anno nel centro Italia, stando ai dati Istat del 2017). Anche i macro numeri dell'area rispecchiano il fenomeno: nel 2016 all'interno dei confini comunali la raccolta complessiva del gioco d'azzardo e' aumentata del 12% rispetto al 2015, si e' passati cioe' da 565 milioni a 632, aumentando i volumi di quasi 67 milioni (mentre in Toscana sono 4,8 i miliardi di euro giocati nel 2016, +7% sul 2014). Altro dato "preoccupante" e' dato "dall'offerta capillare" dei luoghi dove poter giocare denaro: "Quattro punti ogni chilometro quadrato", ovvero 5 volte la media regionale. In Toscana, infatti, sono attualmente attivi 14.601 punti gioco, quindi uno ogni 1.5 chilometri quadrati. Una situazione perfetta per sviluppare e incrementare la casistica patologica del problema che "dal 2010 al 2016 ha avuto un incremento notevole, visto che le richieste di aiuto sono aumentate del 76%". Tani, quindi, attraverso le stime diffuse dal ministero della Salute prova a descrivere la patologia anche in cifre, stimando 6.000 potenziali "giocatori problematici" in provincia, di cui 5.000 a Firenze, e 2.000 ludopatici. Di questi "solo l'1-2% si rivolgono ai Sert". Il trend riguarda anche le donne: "Se prima per ogni donna giocatrice c'erano 9 uomini, oggi la forbice e' scesa a 1 a 3".
Tani, infine, si concentra sulle difficolta' riscontrate nel sviluppare la ricerca e raccogliere i dati: "Mi sono imbattuta in un'opacita' che sembra voluta", sottolinea. "Avremmo voluto fare un lavoro ancora piu' dettagliato, quartiere per quartiere e per fasce di eta'". Purtroppo, "nonostante le richieste ufficiali avanzate all'Agenzia delle dogane e dei monopoli riguardassero i dati relativi al triennio 2014-2016, sono pervenuti solo i dati relativi agli ultimi due anni, peraltro incompleti". Ad una ulteriore richiesta formale del Comune, prosegue, "l'ufficio dell'Adm ha risposto avanzando una richiesta di 12.000 euro per la copertura dei costi di estrapolazione". Richiesta "che e' stata ritenuta inammissibile". Per fortuna, spiega l'assessore allo Sviluppo economico Cecilia Del Re, "nell'intesa tra Stato e Regioni firmata a settembre e che disciplinera' la materia, questi costi sono stati azzerati". Per questo, conclude Tani, "andremo avanti nei nostri studi. Anzi, non sarebbe male creare un osservatorio territoriale permanente".
(Wel/ Dire)
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