Sipp: Prima fra le scienze psicologiche a occuparsene, importante suo contributo
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 21 nov. - "La psicoanalisi ha vissuto un paradosso a proposito di autismo, perche' in realta' e' stata la prima fra le scienze psicologiche ad occuparsene". Lo afferma Daniela Bordonaro, segretario scientifico regionale della Sezione Sicilia Calabria della Sipp (Societa' italiana di psicoterapia psicoanalitica).
"Gia' negli scritti di Melanie klein - psicoanalista post freudiana nota per i suoi studi pionieristici nel campo della psicoanalisi infantile e per aver sperimentato per prima il gioco come strumento psicoterapeutico per lavorare con i bambini - ritroviamo riportato il caso clinico di un minore con una sintomatologia che potremmo definire autistica. In seguito- racconta Bordonaro- da Frances Tustin in poi, molti autori si sono interessati alla rilevazione e al funzionamento di nuclei autistici anche in soggetti non psicotici, fino a Thomas Ogden che nella sua ricerca del limite primigenio postula l'esistenza di una nuova posizione presente nello sviluppo normale e precedente quelle kleiniane: la posizione contiguo-autistica". Successivamente, "il lavoro di Bruno Bettelheim che tanto interesse ed eco suscito' alla sua pubblicazione, fini' pero' con diventare oggetto di grosse controversie- prosegue Bordonaro- che ricaddero a cascata su tutta la teoria psicoanalitica".
La psicoanalisi fu molto attaccata "perche' Bettelheim indico' tra le cause dell'autismo una relazione patogena con la madre e sviluppo' la famosa teoria della 'madre frigorifero'. Una madre molto fredda e incapace di poter comunicare e dare origine ad una relazione con il bambino. Probabilmente- spiega la segretaria regionale Sipp- la lettura errata di Bettelheim dipese da una non conoscenza completa della sindrome, che all'epoca tendeva ad essere inquadrata solo in termini di psicopatologia, non essendo ancora a conoscenza dei deficit o mal funzionamenti naurofisiologici frutto di approfondimenti e studi successivi.
Questa fu una cattiva interpretazione- sottolinea la studiosa- certo rimane il fatto che la diagnosi di autismo e' sicuramente una notizia devastante per una madre che puo' provocare come effetto secondario alterazioni nella relazione". Dopo Bettelheim e' come se "la psicoanalisi classica si fosse disinteressata della sindrome- rimarca la psicoanalista- probabilmente perche' la tecnica classica degli anni '50 e '60 male si adattava a tutte quelle patologie che non rientravano nei canoni classici. I pazienti- rammenta Bordonaro- cominciarono ad essere divisi in pazienti analizzabili e non analizzabili".
La Sipp - rispetto ad altre societa' psicoanalitiche "ancora molto legate ai canoni della tecnica classica - fin dalla sua nascita, direi quasi costuzionalmente, si e' sempre interessata allo sviluppo di un modello di psicoterapia psicoanalitica che potesse fornire una chiave interpretativa anche per quelle patologie non classicamente considerate adatte alla psicoanalisi. Sempre all'interno dei canoni del modello freudiano, la psicoterapia psicoanalitica ha dato ascolto a tutte le sofferenze e ai bisogni di cura. Questo approccio ci ha permesso di sviluppare un'attenzione verso le nuove patologie figlie del nostro tempo, come quelle narcisistiche, perverse, borderline e tutte le dipendenze vecchie e nuove- continua Bordonaro- dando vita a uno strumento psicoterapeutico piu' vitale ed elastico, adattato ad altri contesti oltre quello privato, come le istituzioni, il carcere, i consultori familiari e anche con i bambini multiproblematici come quelli autistici. È un risultato di cui siamo orgogliosi- ammette l'analista-che ci ha permesso di allargare ancora una volta la nostra prospettiva".
Il convegno 'Verso l'autismo, quali contributi puo' offrire la Psicoanalisi', promosso dalla Sipp lo scorso 4 novembre a Catania con Magda di Renzo, analista junghiana e responsabile del servizio terapie dell'Istituto di Ortofonologia (Ido), e Ida Contarino, psichiatra, psicoterapeuta e associata Sipp, "ha puntato proprio su una visione moderna della presa in cura dei pazienti autistici. L'idea e' quella che gli psicoanalisti debbano uscire dai loro studi privati. Siamo chiamati a confrontarci per poter dare forma e contenuto a tutte le spinte vitali e creative che ci circondano e per poterle tradurre in pensiero e linguaggio psicoanalitico".
Sull'autismo c'e' un altro "paradosso": "Le ultime linee guida nazionali dell'Istituto superiore di Sanita' (Iss) considerano come unica psicoterapia utile nei confronti dei bambini autistici la terapia cognitivo comportamentale che, come sappiamo, ottiene attraverso tecniche comportamentali un addestramento mirato soprattutto alla gestione dei comportamenti problema. Credo che queste tecniche- sottolinea l'analista- siano un ausilio soprattutto per i genitori, che spesso vivono un profondo senso di impotenza e incapacita' ad affrontare i comportamenti problema".
La psicoanalisi, secondo Bordonaro, "deve fare un mea culpa. In realta', l'Iss ha considerato la terapia cognitivo-comportamentale come l'unica possibile nel lavoro con i bambini autistici perche' era l'unica che aveva prodotto del materiale scientifico in merito. Credo che sia compito e forse anche dovere del pensiero psicoanalitico dedicarsi ad attivita' scientifiche atte a validare le tecniche psicoterapeutiche esistenti in questo campo. Il nostro convegno- rimarca la segretaria regionale Sipp- ha avuto anche lo scopo di presentare la terapia diadica di matrice psicoanalitica come valida presenza alternativa nel trattamento delle sindromi autistiche". Ida Contarino lavora da tempo sulla terapia diadica, "con la quale si ottiene una rivitalizzazione sia del bambino che della relazione madre-figlio- precisa Bordonaro- cosa che non avviene con le tecniche comportamentali".
La Sipp ha un progetto: "Vogliamo far partire un master di formazione in terapia diadica per operatori specializzati in psicoterapia psicoanalitica e vogliamo formare un gruppo di ricerca che lavori esclusivamente su queste metodiche- conclude- per validarle, standardizzarle e presentarle sulla scena scientifica nazionale, e fornirle di pari dignita' rispetto alle altre tecniche psicoterapeutiche".
(Wel/ Dire)