Novita'? Scattoni: Prematuri e piccoli per eta' gestazionale in screening e ricerca su donne incinta
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 28 mar. - Dal riconoscimento alla diagnosi e all'intervento, il progetto di screening neonatale dell'Istituto superiore di Sanita' sull'autismo sta andando avanti. "Abbiamo iniziato nel 2012 con la costituzione del Network e nel 2016 abbiamo ricevuto un ulteriore finanziamento dal ministero della Salute. Questa volta andremo oltre il riconoscimento precoce del disturbo per arrivare alla messa a punto di un protocollo per la validazione degli interventi precoci. Spero che nel prossimo futuro riusciremo a coprire tutte le attivita' di ricerca, formazione e di messa a punto di protocolli clinici, diagnostici e di validazione dei biomarcatori per una copertura totale della fascia di eta' 0-3 anni". Lo rivela alla Dire Maria Luisa Scattoni, del Servizio di Coordinamento e Supporto alla Ricerca dell'Istituto Superiore di Sanita' (Iss) e coordinatrice del progetto.
Fino ad ora l'Istituto superiore di Sanita' ha valutato un campione di 160 bambini da 0 a 3 anni, sia di controllo che a rischio. "Stiamo aumentando sensibilmente il numero dei bambini a rischio, che sono i fratellini, grazie a nuovi centri clinici che sono entrati a far parte del Network NIDA ma la novita' e' che stiamo inserendo per la prima volta altre due popolazioni a rischio: i prematuri e i piccoli per eta' gestazionale. Inoltre- fa sapere Scattoni- stiamo iniziando a reclutare anche le donne in gravidanza per una valutazione approfondita dello sviluppo fetale, in quanto studi recenti indicano come l'origine del disturbo avvenga in fase gestazionale".
Grazie alla Societa' Italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (Sinpia), e all'Associazione culturale pediatri (Acp), "stiamo mettendo a punto una Rete di pediatria-neuropsichiatria infantile per dare risposte immediate ai genitori che prima segnalavano un ritardo nella diagnosi (cosi' come dimostrato dagli ultimi dati Censis). Questo avviene nell'ambito di un altro progetto del ministero della Salute- rivela Scattoni- l'Osservatorio nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico".
EPIDEMIOLOGIA - L'Iss e il ministero della Salute fanno fronte comune su varie tematiche, che vanno dal riconoscimento fino all'intervento- continua la ricercatrice- e nel 2017 vogliamo anche promuovere delle attivita' che andranno a coprire l'eta' adulta. Abbiamo avviato per la prima volta in Italia uno studio di prevalenza per avere una stima del numero di bambini nella fascia 7-9 anni con un disturbo dello spettro autistico".
I primi dati dello studio di prevalenza, "elaborati sulla base dei dati relativi ai bambini che hanno ricevuto una diagnosi di autismo, e quindi un'assistenza scolastica, indicano un'incidenza di 1 soggetto autistico ogni 120-140 minori, facendo la media tra le aree del Nord, Centro e Sud Italia incluse nello studio". È presumibile che, con l'avanzare del progetto di screening, tale incidenza aumenti arrivando ad allinearsi con le statistiche britanniche che si attestano su 1 bambino autistico ogni 100.
- Quando verranno aggiornate le linee guida? "Ci stiamo attivando e a breve cominceremo a lavorare sull'argomento, ma non saranno pubblicate prima di 18-24 mesi- precisa la studiosa- dovendo non solo aggiornare quelle precedenti, ma anche approfondire tutto il mondo degli adulti nello spettro.
L'elaborazione seguira' gli standard internazionali per la produzione delle Linee guida e sara' all'insegna della massima trasparenza".
- Molti trattamenti non sono stati inseriti nelle ultime linee guida, cosa possiamo dire dell'approccio evolutivo ? "Le evidenze scientifiche al riguardo stanno aumentando e, dal punto di vista internazionale - prosegue Scattoni- altre linee guida stanno per essere aggiornate. Saranno i massimi esperti del settore a valutare la produzione scientifica sull'argomento e ad elaborare le raccomandazioni".
- I Lea parlano di diagnosi e trattamenti individualizzati.
Cosa vuol dire? "Che l'approccio terapeutico dovra' essere selezionato sulla base delle specifiche anomalie e dei livelli di funzionamento del bambino. Essendo i disturbi dello spettro autistico eterogenei sia dal punto di vista eziologico che fenotipico, il trattamento non potra' essere unico per tutti,- conclude- ma dovra' essere un approccio individualizzato e tarato sulla persona e sui livelli di funzionamento e delle competenze emergenti".
(Wel/ Dire)