Articolo di Claudio Mochi sulla rivista online Genitoricrescono
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 30 mag. - La Play Therapy e' un ampio settore di intervento terapeutico ed educativo che si fonda sul gioco come mezzo per aiutare i propri clienti, per gestire e/o risolvere i problemi e raggiungere i propri obiettivi. Anche se non diffusa in maniera uniforme in tutto il mondo, la Play Therapy e' comunque una pratica conosciuta ed applicata in molti Paesi, in particolare in Nord America, Nord Europa, Corea del Sud e Giappone.
Il gioco, infatti, e' da tempo utilizzato in ambito terapeutico. La prima persona ad utilizzare in maniera formale il gioco associandolo all'interazione verbale fu Hermine von Hug-Helmut, una studentessa di Freud. Hug-Helmut nel 1920 scrisse un articolo nel quale evidenziava come i bambini trovassero sollievo e aiuto non tanto nell'intuizione e apprendimento cosciente quanto nel gioco. Da quel momento in poi il ricorso al gioco nella pratica clinica con i bambini si e' enormemente sviluppato. Attualmente esistono una varieta' di approcci diversi tra cui la Play Therapy Psicoanalitica, Adleriana, Centrata sul Cliente, Cognitivo-Comportamentale, Ecosistemica, Filial (Genitore-bambino), Prescrittiva, etc., che utilizzano i principi terapeutici del gioco nella pratica clinica non solo con bambini anche al di sotto dei tre anni ma anche con adolescenti ed adulti. Charles Schaefer, una delle figure di riferimento piu' importante nella Play Therapy, sostiene che la forza della Play Therapy risiede proprio in questa diversita' e che questa sia un riflesso della moltitudine di meccanismi terapeutici di cambiamento inerenti al gioco.
LIVELLI DI PLAY THERAPY - L'aspetto comune a ciascun modello di Play Therapy e' quello di utilizzare il gioco piu' che la parola come principale mezzo di comunicazione. Non tutte le attivita' ludiche che coinvolgono un adulto e un bambino possono considerarsi Play Therapy, anche se generano comunque effetti positivi. Si parla di play around quando un adulto gioca semplicemente con uno o piu' bambini. Nelle situazioni in cui il gioco e' utilizzato come mezzo per favorire la realizzazione di un altro intervento si parla di play work. Un esempio di play work e' l'adattamento del gioco a contesti come quelli medici nei quali si utilizzano delle attivita' ludiche per consentire al bambino di sottoporsi a procedure mediche con minor tensione e sofferenza. Un'attivita' classica e' il gioco in cui il bambino assume il ruolo del dottore e sottopone personale ospedaliero, marionette e bambolotti ad una serie di visite ed interventi medici. Questo gioco non solo diverte e distende il bambino ma gli permette anche di sperimentare un'esperienza di controllo in una situazione in cui di solito non ne ha alcuno.
Diversamente dalle precedenti attivita', la Play Therapy si realizza quando il gioco e' utilizzato come processo terapeutico, nel senso che attraverso di esso si individuano prima difficolta' e obiettivi e poi si intraprende un processo attraverso il quale il cliente sara' aiutato a superare le proprie difficolta' e raggiungere uno sviluppo piu' pieno e positivo.
PERCHÉ UTILIZZARE LA PLAY THERAPY? Il gioco e' il linguaggio naturale dell'infanzia ed e' anche il mezzo che consente lo sviluppo pieno delle abilita' cognitive, motorie, emotive e sociali del bambino oltre ad essere la modalita' intuitiva attraverso cui il bambino gestisce e si adatta ai cambiamenti.
Il gioco e' il linguaggio naturale dell'infanzia Gli approcci basati sul gioco forniscono i seguenti benefici: Assicurano sicurezza e controllo; Permettono la libera esplorazione di se stessi; Promuovono padronanza e capacita' nella risoluzione dei problemi; Sostengono una moltitudine di processi di sviluppo; Favoriscono il sollievo dallo stress; Contribuiscono allo sviluppo dei processi di autoregolazione; Consentono la costruzione di un attaccamento sicuro e delle relazioni. Inoltre, rispetto ad un'ampia varieta' di problematiche, la Play Therapy rappresenta una scelta ideale in quanto: numerose ricerche ne sostengono l'efficacia sia in relazione ad un'ampia varieta' di problemi che nell'acquisizione di comportamenti desiderati e specifiche abilita'; si basa su un ampio repertorio di approcci e attivita' che rendono gli interventi adattabili a contesti(scuola, asili, campi estivi, ospedali, studi privati, etc.) e situazioni diverse (in circostanze ordinarie o in situazioni di emergenza); le attivita' espresse attraverso il gioco sono sempre appropriate e in sintonia rispetto al livello evolutivo dei clienti; coinvolge e diverte consentendo inoltre di superare resistenze e difese.
CHE COSA SI FA PRATICAMENTE - Le attivita' variano molto in base all'impostazione del Play Therapist e come sempre piu' spesso avviene in base alle esigenze del cliente.
Negli interventi che vengono ricondotti al settore denominato non direttivo, il Play Therapist seleziona con attenzione i giocattoli nella stanza dei giochi per aiutare i bambini ad esprimere una varieta' di sentimenti e problemi. Sara' poi il bambino a scegliere quali giocattoli utilizzare e anche il modo con cui intende giocarvi. Il Play Therapist segue empaticamente l'iniziativa del bambino unendosi a giochi di finzione e immaginazione quando invitato dal bambino e fornisce nei momenti opportuni i limiti per tutelarne l'integrita' fisica e favorire l'esercizio e lo sviluppo dell'autocontrollo. L'intero lavoro del Play Therapist e' rivolto a creare un'atmosfera sicura nel quale il bambino si senta libero di esprimere se stesso, provare cose nuove, apprendere regole e restrizioni sociali, affrontare ed elaborare i propri problemi.
Nell'ampio settore dei modelli direttivi e' invece il Play Therapist a proporre, di volta in volta, le attivita' di gioco in base al piano terapeutico che ha formulato.
Un'altra forma di Play Therapy e' quella Familiare. In questa tipologia di interventi e' l'intera famiglia ad essere coinvolta in giochi e attivita' ludiche. Una forma particolare di intervento Familiare e' la Filial Therapy. In questa modalita' estremamente efficace, i genitori divengono gli agenti principali nel trattamento dei propri figli, in quanto vengono formati dal Play Therapist ad attuare delle sessioni di gioco non direttivo (centrate sul bambino) con i propri figli.
Ogni attivita' e' comunque adattata al livello di sviluppo del bambino per cui con il crescere dell'eta' e l'ulteriore sviluppo del linguaggio e delle capacita' cognitive si utilizzano modalita' di Play Therapy adeguate, in cui il linguaggio assume progressivamente una proporzione maggiore rispetto al gioco.
STRUMENTI DEL MESTIERE - Anche gli strumenti del mestiere variano a seconda dell'approccio e del tipo di lavoro che si intende eseguire. Solitamente il Play Therapist adotta le seguenti considerazioni quando inserisce degli oggetti nella stanza dei giochi: L'articolo e' sicuro per il bambino?; Incoraggia l'espressione dei sentimenti dei bambini o dei temi?; Permette l'utilizzo proiettivo o immaginativo da parte del bambino? Tra gli articoli piu' comuni che si trovano nella stanza dei giochi troviamo: giochi relativi alla famiglia e all'accudimento (famiglia di bambole, marionette e pupazzi assortiti, casa delle bambole, etc.). Giochi relativi all'aspetto aggressivo (pistole con freccette morbide dal chiaro aspetto di giocattolo, soldatini, animali spaventosi, etc.). Giochi di costruzione. Giochi espressivi (matite colorate, pennarelli con carta da disegno, argilla, play-doh o altre sostanze modellanti, vassoio per il gioco della sabbia, miniature e modellini). Altri giochi multiuso (modellini, giochi da tavolo, etc.).
(Wel/ Dire)