(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 9 mag. - "Il Consorzio Universitario Humanitas ha fondato la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Humanitas, che e' specificamente indirizzata all'infanzia e l'adolescenza. Da diversi anni la Scuola invita i migliori studiosi in campo internazionale per affrontare temi riguardanti la psicoterapia. In tale cornice l'anno scorso abbiamo invitato dapprima Peter Fonagy, quindi Leslie Greenberg. Quest'anno ospiteremo Patricia Crittenden: si tratta di una eminente studiosa della 'relazione di attaccamento', la quale ha dato importanti contributi alla ricerca su questa particolarissima relazione che contribuisce allo sviluppo iniziale della vita mentale negli esseri umani. In realta' l'importanza di questa relazione e' data da molte centinaia di migliaia di anni; essa coinvolge infatti l'evoluzione mentale dell'ordine dei mammiferi e, ancor piu' specificamente, dei primati e della specie umana". Cosi' Giuseppe Ruggeri, direttore della Scuola di Specializzazione Humanitas e anche docente della Facolta' di Medicina 'A. Gemelli' dell'Universita' Cattolica di Roma, presenta il workshop su 'Attaccamento e Psicopatologia. Impostazione clinica del modello dinamico maturativo dell'attaccamento (DMM)'.
Il workshop, promosso dal Consorzio Humanitas insieme con l'Universita' LUMSA e il Centro di Terapia Cognitiva Post-razionalista (CeTePo), si terra' il 13 e 14 maggio a Roma presso l'Aula Magna dell'Accademia Alfonsiana, in via Merulana 31. Nel corso dei due giorni Patricia Crittenden - attualmente Associate Professor on the Faculty of Psychiatry at Dalhousie University in Halifax, Canada - presentera' il proprio modello DMM e la applicazione clinica di esso nel campo della psicopatologia.
- Perche' una Scuola di formazione in psicoterapia ha interesse nel promuovere un workshop su un tema simile? "Negli ultimi decenni abbiamo capito sempre piu' chiaramente che il modo in cui un essere umano viene allevato ha una grandissima importanza nel modulare sia lo sviluppo di dimensioni basiche della vita mentale (quali ad es. abilita' cognitive, coscienza, tenuta emotiva, resilienza di fronte alle esperienze di vita, etc.) sia lo sviluppo della personalita'; la qualita' di questa relazione di attaccamento contribuisce - nel bene e nel male - a plasmare tali dimensioni dal momento in cui egli e' bambino fin quando diventa compiutamente adulto. Pertanto, ogni intervento clinico di valutazione psicopatologica e/o di intervento psicoterapeutico deve tener conto di come questa specifica relazione si sia realizzata nella vita del paziente. Per una Scuola di formazione in psicoterapia per l'infanzia e l'adolescenza come Humanitas- aggiunge il direttore- ospitare Patricia Crittenden rappresenta inoltre una occasione molto importante per la formazione dei nostri specializzandi. Infatti il nostro intento nell'invitare studiosi di questo rango non consiste nel realizzare eventi 'celebrativi', il cui rilievo resti fine a se stesso; l'intento e' di intessere con gli studiosi ospitati rapporti di collaborazione nei campi che sono di interesse elettivo per la Scuola di specializzazione Humanitas".
- Le teorie dell'attaccamento hanno una ricaduta nel campo della psicoterapia? "Certamente si'- afferma e argomenta Ruggeri- Fino ad alcuni decenni fa avremmo risposto a questa domanda 'non necessariamente'. In quell'epoca gli studi sulla relazione di attaccamento erano molto iniziali e sporadici. Essi sono stati sviluppati in maniera sistematica da John Bowlby, clinico e studioso di grande autonomia intellettuale. Egli scopri' quanto questa relazione fosse fondamentale per lo sviluppo mentale umano e defini' questo campo di ricerca 'attachment theory'. Non solo. La sua opera si rivelo' importante nel campo della psicoterapia anche perche' divenne una fonte comune di ispirazione e costitui' un ponte concettuale tra l'orientamento psicoanalitico - allora imperante - e quello cognitivista - allora emergente. Nel volgere dei decenni, ci si accorse infatti che la relazione di attaccamento e le modalita' con cui essa si realizza, hanno una importanza che non e' limitata alle fasi iniziali dello sviluppo mentale. Esse costituiscono un complesso insieme di processi - oggi denominato riassuntivamente 'sistema dell'attaccamento' - che modula i processi mentali di tutti noi. Anche chi non e' piu' bambino ne' adolescente - come me, ad esempio - vede modulare i propri processi mentali, la memoria di se', le proprie emozioni, la comunicazione con gli altri esseri umani anche sulla base delle modalita' che hanno organizzato la propria 'fase di attaccamento' ", spiega il direttore.
"In psicoterapia questa teoresi sta assumendo una importanza ancor piu' ampia rispetto all'intuizione iniziale di Bowlby.
Sappiamo che una parte rilevante della efficacia trasformativa della psicoterapia si fonda - come fu scoperto inizialmente da Sigmund Freud - su due aspetti: una piu' approfondita comprensione da parte del paziente dei propri stati mentali (la tradizionale 'presa di coscienza'); una sintonia psicologica tra terapeuta e paziente che moduli tale processo (la tradizionale 'relazione terapeutica'). Tutto cio' costituisce ancora oggi una frazione molto importante del lavoro psicoterapeutico. Tuttavia- continua Ruggeri- stiamo comprendendo sempre piu' chiaramente che affinche' terapeuta e paziente possano cooperare in maniera efficace, deve esistere una adeguata sintonia tra i loro rispettivi 'stili di attaccamento'. Indagare piu' a fondo le dinamiche dell'attaccamento e' diventato allora essenziale, sia al fine piu' generale di favorire che tra terapeuta e paziente si instauri una valida 'relazione terapeutica', sia al fine piu' mirato che i processi mentali dell'uno e dell'altro si coordinino a realizzare 'cicli mentali interpersonali', di volta in volta indirizzati a specifici obiettivi terapeutici. Quali che siano i propri orientamenti di fondo (psicodinamico, cognitivista, comportamentista, sistemico familiare, etc.), il clinico deve essere consapevole di quali siano i tempi e le modalita' migliori per esplorare le aree interiori del proprio paziente, per tentare di modulare i suoi stati mentali, etc. In breve, una valutazione ben sintonizzata su quando e' il momento giusto e qual e' la modalita' giusta per ogni intervento. A motivo di cio' la teoresi che riguarda il 'sistema di attaccamento'- conclude il direttore di Humanitas- e' diventata uno dei nuclei cardinali in psicopatologia e in psicoterapia, sia nel campo infantile che degli adulti".
Qui e' possibile guardare la videointervista (Wel/ Dire)