(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 13 giu. - E' impietosa la fotografia delle Regioni scattata dalla Siep, la Societa' italiana di epidemiologia psichiatrica, che nei giorni scorsi ha presentato a Bologna un lavoro di analisi nel corso di una riunione scientifica a tema. Dalle parole ai fatti il titolo dell'appuntamento e che di fatti concreti vi sia bisogno - per non disperdere il patrimonio di esperienze che la salute mentale di comunita' ha costruito nel nostro Paese - lo dicono i numeri.
"Abbiamo analizzato i dati diffusi dal Ministero secondo due principi ordinatori - ha spiegato Fabrizio Starace, presidente Siep - prendendo in considerazione, per 26 indicatori, le variazioni nelle diverse Regioni e rappresentando, per ciascuna Regione, il posizionamento dei singoli indicatori, assumendo come riferimento il valore medio nazionale".
Il lavoro, liberamente scaricabile, si ispira ad un principio guida: quello del render conto a tutti coloro che hanno un interesse specifico (ad es. operatori, familiari, utenti) o generale (cittadini attenti al funzionamento della cosa pubblica ed al buon uso delle risorse) delle attivita' svolte, delle risorse impegnate, degli obiettivi raggiunti. È stata evidenziata in questo modo l'estrema variabilita' delle risorse umane, strutturali ed economiche che le Regioni destinano alla salute mentale e le conseguenti disuguaglianze nell'accessibilita' ai Servizi da parte delle persone con disturbi psichiatrici.
"Tra i dati piu' preoccupanti quello sulla capacita' di presa in carico delle persone con diagnosi di schizofrenia" ha spiegato Fabrizio Starace, promotore e coautore del rapporto. La prevalenza dei soggetti con psicosi schizofreniche in trattamento presso i Dsm italiani, infatti, e' in media 308 x 100 mila abitanti adulti ma i dati regionali variano da un minimo di 130 in Toscana a un massimo di 437 in Sicilia.
"Non e' verosimile che esistano sul territorio nazionale variazioni cosi' smisurate nella diffusione della schizofrenia - ha aggiunto Starace - dobbiamo pertanto ritenere che le differenze siano attribuibili alla diversa capacita' dei Dsm di intercettare il bisogno di assistenza". E questo dipende dalla presenza, accessibilita' e credibilita' del sistema di cura per la Salute mentale nelle Regioni.
Il Rapporto fornice anche una radiografia dei punti di forza e di debolezza dei Dsm in ciascuna Regione, individuando le criticita' che dovranno essere affrontate in sede di programmazione locale. "Si confermano purtroppo le previsioni che avevamo segnalato in un precedente intervento, e riprese nell'Appello Siep per la Salute mentale, sottoscritto dalle maggiori Societa' scientifiche di settore, dai sindacati, da tutte le Associazioni di familiari e utenti, dai direttori dei Dsm italiani che e' stato inviato a Ministero della Salute, alla Conferenza Stato-Regioni e a tutti i Presidenti delle Regioni.
"Spiace osservare - ha concluso Starace - che questi documenti rimangano tuttora inascoltati e che nulla sia stato fatto per creare spazi di confronto, accessibili e partecipati, sull'azione, oggi finalmente verificabile, dei servizi pubblici per la salute mentale. Il tutto per fare in modo che le decisioni di politica sanitaria siano generatrici di valore per la comunita'. Compito straordinariamente attuale, se si considera il periodo di razionalizzazione delle risorse e la necessita' di coniugare sostenibilita' economica, equita' di accesso e qualita' dell'assistenza. Le politiche per la Salute Mentale in Italia hanno piu' che mai bisogno di competenze scientifiche, sensibilita' non episodica, capacita' di programmazione a partire da dati concreti, disponibilita' al confronto. Di passare finalmente dalle parole ai fatti".
(Wel/ Dire)