(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 6 giu. - "Viviamo in una societa' molto individualista e assistiamo ad episodi di bullismo, cyber bullismo fino ad arrivare ad atteggiamenti xenofobi e razzisti. Cio' che emerge e' solo la punta di un iceberg che pero' sale agli onori della cronaca reiteratamente. Di fatto, la scuola potrebbe prevenire questo trend negativo invertendolo attraverso un approccio all'area antropologica, comprensiva di 'Cittadinanza e Costituzione'. Un metodo che potrebbe aiutare ogni studente a confrontarsi nel suo divenire con l'esigenza di far propri quei valori che hanno consentito all'Occidente di vivere un lungo periodo di pace: la solidarieta', la liberta' e l'uguaglianza, che se non sono vissute rimangono lettera morta". Ne parla in una videointervista alla Dire Valeria Caricaterra, dirigente scolastico distaccato presso l'Universita' LUMSA di Roma ed ex insegnante.
Dal prossimo anno accademico la formatrice proporra' con il Centro servizi educativi del Consorzio Fortune Humanitas un corso di formazione per docenti legato agli apprendimenti di 'Cittadinanza e Costituzione' all'interno dell'area antropologica delle discipline di storia e geografia.
"L'educazione alla cittadinanza e' un sapere trasversale che qualunque docente dovrebbe trattare- fa sapere la preside- ma porta con se' due tipologie di rischi: essendo trasversale puo' diventare una Cenerentola ed essere relegato a un piccolo ambito molto contenuto anche dal punto di vista temporale; in secondo luogo, bisogna fare attenzione ad approcciare all'educazione alla cittadinanza proponendola come un sapere teorico. La cittadinanza e' vita- ribadisce Caricaterra- e' esercizio di cittadinanza, le norme parlano di cittadinanza attiva e responsabile".
Il corso si rivolge anche agli insegnanti della scuola dell'infanzia. Partira' a novembre e sono gia' in programma nuove edizioni nei due anni successivi. L'offerta formativa e' complessivamente di 25 ore e sara' svolta in modalita' blended (apprendimento misto): incontri frontali con attivita' laboratoriali che aiutano gli insegnanti a tradurre i saperi teorici in attivita' pratiche. "L'obiettivo e' rendere questi saperi un habitus mentale, che consenta all'insegnante di vedere i ragazzi come cittadini". Il corso vuole quindi offrire ai docenti degli strumenti concreti d'aula che consentano non solo di parlare teoricamente della cittadinanza, ma di farla vivere direttamente ai propri studenti: "La pedagogia ci dice che noi acquisiamo un apprendimento significativo, nel senso che ci modifica interiormente, solo quando ne facciamo esperienza diretta. Non dobbiamo pero' limitarci a fare esperienza diretta della cittadinanza, dobbiamo agirla. L'insegnante lo puo' fare- spiega Caricaterra- proponendo delle attivita' concrete e progettando un curriculo esplicito e implicito, per creare un clima di classe nel quale i ragazzi possano vivere la cittadinanza intesa come rispetto dei propri doveri e come esercizio dei propri diritti".
In questo contesto, la storia e la geografia hanno un ruolo centrale. "Si occupano del divenire dell'umanita' nel tempo in relazione ai contesti spaziali nelle quali le societa' si sono andate evolvendo. Dunque lo studio della storia e della geografia - attraverso i lavori laboratoriali con cui si acquisisce la metodologia d'indagine di queste discipline - portano i ragazzi a confrontarsi con le sfide che l'umanita' ha affrontato e con le risposte che ad esse ha saputo dare, e che di fatto vanno a costruire nel tempo l'idea di cittadinanza".
Il cuore della scuola sono gli insegnanti. "Tanta buona scuola di qualita' e' fatta attualmente da tanti bravissimi insegnanti che si dedicano con passione e amore a quello che fanno e che vivono come una missione, anche in condizioni spesso non agevoli. È pur vero pero' che se l'insegnante non fa propria questa sensibilita' e continua a pensarsi come un trasmettitore di sapere, come un istruttore, l'educazione alla cittadinanza diventa trasmissione di sapere. Un'alfabetizzazione a quelli che sono i principi fondamentali, i diritti e i doveri- conclude Caricaterra- che magari, pero', finisce per lasciare il ragazzo senza il diritto di parola in classe".
Qui e' possibile vedere la videointervista della Dire.
(Wel/ Dire)