(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 7 feb. - "Nella Regione Lazio stiamo sviluppando, nell'ambito di un'azione di rilancio dei dipartimenti di Salute Mentale, una progettualita' specifica per quanto riguarda la salute mentale degli adolescenti". A dirlo e'
Vincenzo Panella, direttore generale della Direzione Salute e Politiche sociali della Regione Lazio, intervistato dall'agenzia Dire.
"Abbiamo la Rete in tutte le aziende dei servizi di riabilitazione di Salute mentale dell'eta' evolutiva- ha proseguito il direttore- ma questo non basta, perche' contemporaneamente i bisogni dell'eta' evolutiva si modificano, cambiano, e l'organizzazione della Rete deve seguire l'evoluzione dei bisogni". Per questo motivo, "abbiamo attivato con gli operatori della Salute mentale un tavolo specifico, favorendo anche la possibilita' - gia' utilizzata da alcune Asl - di portare dentro al dipartimento di Salute Mentale l'attivita' per i minori". Si punta cosi' a "creare dei percorsi integrati per assistere il minore nel suo processo di crescita. Avevamo, infatti, osservato che nel passaggio dall'eta' minore all'eta' adulta, ovvero al compimento dei 18 anni- ha chiarito Panella- si sono verificate, qualche volta, delle sfasature nella continuita' delle cure che si sposavano male con le esigenze di cura del paziente. Abbiamo preferito dare la priorita' a queste esigenze, piuttosto che agli aspetti organizzativi- ha affermato il direttore generale-, in quanto sono questi ultimi che si devono piegare alle esigenze e non viceversa".
Nell'ambito della riorganizzazione dei servizi per la disabilita' del minore e per la salute mentale del minore "abbiamo la necessita' di perseguire una maggiore integrazione tra la componente sanitaria e quella sociale", ha risposto Panella alla Dire. "Spesso sia il minore che la sua famiglia hanno bisogno di due percorsi affiancati di cura e di accompagnamento, uno sanitario e l'altro piu' di carattere sociale. L'aver riportato sotto un'unica politica regionale sia le attivita' di carattere sanitario che di carattere sociali- ha ricordato il direttore generale-, tanto che questa direzione si chiama appunto 'Direzione Salute e Politiche sociali', intende proprio favorire questo processo di fusione che dovrebbe vedere altresi' un suo correlato nell'imminente conclusione dei lavori sul nuovo piano sociale regionale".
Quanto "appena scritto nei programmi operativi per la Sanita' (2016-2018), relativo a un potenziamento della Rete per la salute dei minori, e quello che stiamo per concludere nel prossimo Piano Sociale Regionale- ha chiarito Panella- sono i due pilastri su cui poi si creera', anche per la rete relativa all'assistenza ai minori, quella integrazione sempre necessaria e oggi indispensabile- ha precisato- in un momento in cui le risorse tendono a non crescere e bisogna utilizzarle nella maniera piu' coordinata, integrata ed efficiente possibile".
LA REVISIONE DEI CRITERI DI ACCESSO È SOLO UN PRIMO PASSO - "Per migliorare i percorsi di cura abbiamo la necessita' di inspirare la nostra organizzazione a modelli sempre meno burocratici, sempre piu' semplificati e facilmente comprensibili dalle persone e dagli utenti. Per questo motivo, recentemente abbiamo rivisto i criteri di accesso ai percorsi di cura per la salute mentale nel minore, che rappresentano solo un inizio, un approccio verso un modo di vedere la relazione tra i nostri servizi e le persone alleggerita da tutti i fardelli burocratici che spesso connotano l'operato dei servizi pubblici indipendentemente dal contenuto delle cure". Ha detto Panella
(guarda la videointervista dell'Agenzia Dire).
"È un primo esempio, che noi speriamo venga seguito e applicato bene anche dai professionisti che devono modificare le loro prassi e adeguarle ai nuovi modelli organizzativi. È un primo passo e se funziona - e non ci sono motivi perche' non funzioni - sara' anche un modello da esportare all'insieme delle attivita' che noi offriamo alle persone. A maggior ragione- ha continuato Panella- in una fascia di eta' particolarmente esposta e anche piu' fragile dal punto di vista della interlocuzione con gli operatori e con i servizi. Semplificare e' uno dei modi di restituire efficienza alla struttura pubblica, un nostro imperativo e una chiave di lettura per i nostri servizi".
Semplificare significa "evitare ripetizioni inutili. Nel caso di cui stiamo parlando- ha spiegato il direttore- vuol dire non dover ricorrere a doppie o triple ripetizioni di visite. In generale- ha ribadito- significa non dover ripetere un accertamento, non dover fare diversi passaggi dal medico di base, al Cup, al servizio, poi di nuovo al medico di base, alla cassa ticket. Insomma vuol dire offrire un unico sportello- ha affermato Panella- un'unica interfaccia tra il servizio e l'utente".
DAL BULLISMO AI DISTURBI ALIMENTARI, LA MOLTIPLICAZIONE DEI BISOGNI -
(Guarda la videointervista della DIRE) Nel Lazio "piu' che un aumento" dei minori presi in carico dai servizi di riabilitazione di Salute mentale dell'eta' evolutiva, "si stanno moltiplicando le esigenze e i bisogni". Afferma Panella.
"Ci sono fenomeni nuovi che emergono prepotentemente nella realta' operativa dei servizi- ha spiegato-, ben prima che arrivino alle cronache". Per esempio "i fenomeni di disagio che si esprimono con tutto il tema del bullismo, e che implica un nuovo rapporto con l'istituzione scolastica". Da un lato si tratta di "attivita' di prevenzione che fino a ieri non avevamo immaginato dovessero esserci, dall'altro lato, per esempio, la continua evoluzione dei Disturbi del comportamento alimentare (Dca) che ha proprio nell'adolescenza il suo punto di maggiore debolezza. Su questo stiamo costruendo la Rete per l'attivita' di assistenza sia territoriale che residenziale".
Il direttore della Direzione Salute e Politiche sociali della Regione Lazio ha sottolineato: "Sono bisogni nuovi, che naturalmente si aggiungono e qualche volta si sovrappongono al quadro preesistente, e che fanno lievitare anche la popolazione che si rivolge ai servizi per l'eta' evolutiva. Una popolazione costituita dal minore e, molto spesso, dal suo contorno familiare e dall'ambiente in cui vive".
Si tratta di "realta' che implicano risposte complesse e integrate, che devono vedere necessariamente la Sanita', i servizi sociali e l'ente locale in una visione unitaria- ha chiarito Panella- per restituire alle persone un servizio globale, che qualche volta si frammenta nei vari pezzetti nei quali si compone l'insieme dei servizi pubblici".
L'obiettivo della Direzione Salute e Politiche sociali "e' mettere insieme questi pezzetti, evitare che i percorsi di cura e di assistenza appaiano frammentati, e sollevare le famiglie e i minori dall'ulteriore fatica di mettere insieme pezzi di un unico percorso assistenziale. Questa e' una fatica che tocca a noi- ha concluso il direttore generale- ed e' un leit motiv della riorganizzazione che stiamo portando avanti tra Salute e Sociale, tra eta' minorile ed eta' adulta".
(Wel/ Dire)