Ma pendere in carico precocemente tutti i bambini con segnali allarme
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 12 dic. - "Come ricercatrice penso che tutti gli strumenti precoci che stiamo cercando di individuare in questo momento sono fondamentali, perche' ci permettono di andare avanti e di capire quali siano i segnali precoci che possano essere individuati. Come neuropsichiatra infantile intravedo il rischio che se questi strumenti non siano ben utilizzati o siano utilizzati in maniera fuorviante, potrebbero poi individuare e fare diagnosi molto precocemente laddove invece non c'e' poi questo tipo di problematica". Risponde cosi' alla Dire Carmela Bravaccio, neuropsichiatra infantile (Npi) e professore associato dell'Universita' degli Studi Federico II, intervistata alla conferenza internazionale ICAN a Napoli sui vantaggi e i rischi correlati ad un uso troppo precoce delle indagini strumentali e degli algoritmi a scapito di un'osservazione clinica sull'autismo.
"Nella mia pratica clinica- aggiunge la neuropsichiatra infantile- non amo fare precocissimamente la diagnosi, ovviamente individuo precocissimamente quali siano i bimbi con quelle problematiche, li invio in una presa in carico precoce e mi do un tempo tecnico per fare una diagnosi".
Secondo Bravaccio bisogna "prendere in carico precocemente tutti quei bambini che hanno segnali di allarme, senza fare subito una diagnosi perche' potrebbe diventare estremamente problematico se non c'e' poi una presa in carico della famiglia e di tutti i caregiver che sono coinvolti. C'e' poi da migliorare tutta la parte farmacologica- avverte il medico- che non e' la cura dell'autismo ma puo' alleviare i sintomi dei Dsa. C'e' da fare ancora molta ricerca".
Un'ultima battuta sui trattamenti: "Vanno cuciti sul bambino, perche' non esiste il trattamento per i disturbi dello spettro autistico. In questo momento- conclude- vanno fatti quei trattamenti che servono a quel singolo bambino".
(Wel/ Dire)