(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 27 set. - "Gli orfani speciali sono le seconde vittime di femminicidio, con un padre suicida o in carcere e una madre deceduta. Perdono le figure di riferimento che sono anche figure di reddito, con enormi conseguenze a livello giuridico e psicologico". Lo dice Filomena Albano, garante nazionale dell'Infanzia e dell'Adolescenza, al convegno a Montecitorio per la presentazione della ricerca 'Switch-off: orfani speciali dei femminicidi'.
"A livello giuridico subiscono la decadenza della responsabilita' genitoriale paterna, i procedimenti per l'affidamento (e in casi speciali per l'adozione), o i procedimenti penali. Tutti questi procedimenti- continua il garante nazionale dell'Infanzia- vedono il minore coinvolto e ascoltato piu' volte. Occorre un supporto psicologico e multidisciplinare che veda lavorare insieme gli psicologi e la scuola. Parliamo di minori a rischio di una triangolazione tra famiglia materna e paterna- chiarisce Albano-, ed e' difficile la fluidita' dei rapporti dopo queste tragedie".
Gli orfani speciali sono "ragazzi che cambiano figure di riferimento, ma anche citta', scuola, contesto sociale e amicale. Non hanno strumenti per comunicare la verita' - difficile da dire - e per aiutarli va creata una rete dal punto di vista sociale e del contesto che prenda in carico sia i ragazzi che la famiglia affidataria".
Gli strumenti normativi riguardo al femminicidio "devono essere implementati e supportati. La ratifica italiana della convenzione di Istanbul nel 2013 e' un passo in avanti nella tutela contro la violenza sulle donne- ricorda la garante-, e impone agli Stati di fornire un quadro sistematico di dati sulla violenza di genere. Pero' una normativa con linee di indirizzo precise non basta- avverte- Un paese dovrebbe preoccuparsi di aggregare i dati tra loro disomogenei per capire le tipologe di intervento multidisciplinare da mettere in campo".
A livello normativo Albano consiglia di introdurre "un fondo nazionale di sostegno per gli orfani speciali e la generalizzazione del gratuito patrocinio a prescindere delle condizioni familiari. L'ancoraggio al reddito della famiglia allargata puo' essere un elemento pregiudizievole". Ai sensi dell'articolo 43 del codice di procedura civile, "il genitore condannato in via definitiva e' indenne a succedere, ma occorre una sentenza con i costi e i tempi che conosciamo. Dovrebbe essere introdotto un automatismo con una pronuncia del giudice, che potrebbe costituire un titolo idoneo e rendere superflua la sentenza legislativa in un autonomo procedimento civile".
Per la pensione di reversibilita', "l'unica possibilita' e' la sospensione in presenza di una condanna di primo grado. Il discorso e' delicato- afferma il garante- occorre sensibilizzare il parlamento nell'esame delle proposte di legge". Un'ultima considerazione riguarda tutti i membri delle famiglie allargate: "Per loro qualcosa in piu' si potrebbe fare. Per l'affido e' necessaria una campagna di sensibilizzazione nazionale forte. Il ministero del lavoro ha emanato delle linee guida implementate a macchia di leopardo a livello regionale. È una materia di competenza degli enti regionali e quindi non uniforme. Dobbiamo consentire alla famiglia affidataria- conclude- un supporto psicologico anche per aiutarla nei rapporti con l'altra famiglia".
(Wel/ Dire)