(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 27 set. - Si chiama 'Frammenti di memoria' ed e' il gruppo di auto aiuto fiorentino che si rivolge ai cargivers di persone malate di Alzheimer, ovvero quei familiari (quasi sempre donne) che si prendono cura dei propri cari anziani. Responsabile del gruppo e' la psicologa Giuditta Gattulli, secondo cui "le persone che accudiscono i familiari malati di Alzheimer sono soggetti a depressione". Si tratta di "persone isolate e spesso tristi, che subiscono il senso di isolamento e abbandono sia da parte della societa' che da parte del resto della famiglia".
Il gruppo "Frammenti di memoria", come riportato dall'articolo pubblicato sul sito del Cesvot, e' un gruppo dove queste persone si incontrano per parlare dei disagi che vivono quotidianamente e per cercare di risolvere le loro difficolta' attraverso l'aiuto di psicologi e operatori sociali. "Quasi tutti gli utenti sono donne- dice Gattulli- spesso madri o mogli di malati di Alzheimer".
Un tema "che ricorre frequentemente nel nostro gruppo -spiega Gattulli nell'intervista rilasciata al Cesvot- e' quello relativo all'accettazione della malattia che ha colpito il proprio caro. I partecipanti, infatti, chiedono spesso agli altri come abbiano fatto a sopravvivere e ad accettare tutto questo. Vedere un altro partecipante che, nonostante molti anni trascorsi ad accudire il proprio coniuge o familiare, riesce a sorridere e' un forte stimolo e incoraggiamento per coloro che sono appena entrati nel gruppo di auto aiuto e nel mondo della demenza".
Gli incontri avvengono nella zona dell'Isolotto a Firenze, due volte al mese, il secondo venerdi' del mese e il quarto martedi' del mese, dalle 15.30 alle 17 presso la BiblioteCanova di Via Chiusi.
Il Rapporto Alzheimer 2016 realizzato da Alzheimer Disease International e scritto dai ricercatori del King College di Londra e la London School of Economics and Political Science, afferma che "la demenza colpisce 47 milioni di persone in tutto il mondo e questo numero triplichera' entro il 2050. Solo la meta' di quelli che vivono nei paesi ad alto reddito e uno su dieci tra quelli nei paesi a basso e medio reddito hanno ricevuto finora una diagnosi".
(Wel/ Dire)