DI QUIRICO (IdO): Imparano a vedere le loro potenzialita'
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 25 ott. - Il laboratorio DMT (Danza Movimento Terapia) dell'Istituto di Ortofonologia (IdO) per imparare ad apprendere e' dedicato a minori con disagi emotivi e con dei disturbi generalmente legati all'apprendimento. "Il laboratorio segue un flusso immaginativo ed essendo il numero 8 quello sufficiente affinche' si attivi il processo creativo, abbiamo deciso di accogliere 8 partecipanti dai 7 ai 10 anni. Il laboratorio, che co-conduco con due psicologi formanti psicoterapeuti, prevede gruppi omogenei dal punto di vista delle diagnosi e dell'eta', ma non omogenei in base a come il bambino si presenta", spiega Anna Di Quirico, psicopedagogista e danzamovimento terapeuta dell'Ido.
"Questi bambini hanno qualita' motorie spesso contrastanti- precisa-. Abbiamo raccolto due grandissime famiglie di ritmi motori: le modalita' indulgenti, che riguardano i bambini con un'area piu' ripiegata su se stessi, e le modalita' motorie lottanti, che si riferiscono a bambini particolarmente diretti nei loro movimenti spaziali. Questa disomogeneita' nel processo alchemico del movimento si e' tradotta in una risorsa".
Ai bambini che arrivano nel laboratorio Di Quirico chiede perche' si trovano li'. Loro le ricordano che sono discalculici, dislessici, disattenti, "portano una serie di 'dis' e si descrivono come bambini diseguali. Il confronto con i coetanei li fa soffrire- racconta la psicoterapeuta- e fa emergere in loro la rabbia, il sentimento di vergogna e di inadeguatezza". Ma come si possono risolvere i problemi legati all'apprendimento in una stanza vuota e solo attraverso la danza e il movimento? "Questa domanda lancia una sfida, crea un vuoto creativo che obblighera' i bambini a non potersi soffermare sulla dimensione dei 'dis' ma sulle potenzialita' che hanno e che riguardano l'apprendimento. Potenzialita' che, se giocata bene con il corpo, potranno poi essere traslate, generalizzate e incorporate". Il laboratorio DMT diventa un "luogo dove poterli aiutare a liberare e incanalare l'energia, esprimere le emozioni e gli affetti vitali, iniziare a narrarsi, imparare a modulare e a sentire il limite, sviluppare la curiosita', la sopresa e, infine, ad imparare l'organizzazione spaziale provando a sperimentare e a misurarsi per apprendere".
Anche Di Quirico si muove con i bambini "per accogliere e attivare quelle funzioni prevalentemente motorie relative a delle aree molto antiche, che si sono formate nelle prime pratiche di attaccamento e che riguardano un atteggiamento interno verso lo spazio, che poi sostiene l'attenzione". Ad esempio, spiega la psicopedagogista, "quando il bambino e' focalizzato a nutrirsi al seno della mamma ha un atteggiamento corporeo molto indirizzato, successivamente, con la pancina piena, guardera' il mondo in modo piu' fluido e con un'attenzione piu' morbida che passera' da un punto all'altro. Questa qualita' interiore viene fondato nelle prime pratiche di attaccamento- chiarisce- ma, laddove ci siano state dissonanze, restera' un modello corporeo disturbato". Con delle pratiche "adeguate all'eta', e senza il bisogno di particolari regressioni, giochiamo con la qualita' motoria che deve essere riportata in equilibrio".
Il primo elemento su cui il laboratorio DMT IdO lavora e' "la qualita' interiore rispetto al tempo- continua la psicopedagogista-, ovvero la possibilita' di avere tutto e subito o il peter tollerare un'attesa. In questo modo i bambini iniziano a comprendere il pensiero ipotetico, che porta la mente in un'area che va oltre il presente".
Il secondo elemento e' il rapporto con la gravita': "I bambini con disturbi dell'apprendimento non hanno un rapporto con il peso, non lasciano impronte, spesso sono trasparenti o sono talmente in movimento che non lasciano tracce". Ma tutte le pratiche evolutive importanti sono segnate dal lasciare una traccia a terra: lo strisciare, il gattonare e il mettersi in peidi. Se queste tappe sono percorse troppo velocemente- avvisa la terapeuta- il bambino non riuscira' a fondare un sentimento molto importante, la sua intenzionalita'. Questo suo corpo non lo sentira' come uno".
Durante il lavoro corporeo Di Quirico "ferma i bambini per fargli sentire il battito del loro cuore, il flusso tonico muscolare e la qualita' del loro respiro. A volte il respiro e' bloccato, non arriva alla pancia, ma dobbiamo far fluire queste qualita' profonde perche' sono i veicoli delle nostre emozioni". Nel laboratorio il bambino comincia a sperimentare "un'attivita' di tipo riflessivo, visualizza le sue parti, le nomina e le riconosce. Vive una possibilita' legata all'apprendimento diversa. All'inizio appaiono rigidi, vogliono imporre la loro modalita', poi iniziano a stemperarsi e ad integrarsi con gli altri. Le modalita' lottanti e indulgenti sono una risorsa perche' attivano i circuiti di risonanza (la mente relazionale) che permettono di sintonizzarci con gli altri, allineare i nostri stati interni con quelli delle altre persone. All'interno di questi circuiti di risonanza- conclude- sono presenti i neuroni specchio che ci consentono appunto di comprendere le intenzioni dell'altro, sottotraccia e in modo non guidato".
(Wel/ Dire)