Gaia Curci su laprovinciapavese.gelocal.it intervista Giacomo Rizzolatti
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 22 mar. - Semplici macchine o qualcosa di piu'? Programmati per riconoscere le emozioni e imparare ad esprimerle, possediamo un meccanismo neuronale che ci insegna le tecniche di apprendimento di qualsiasi movimento o sentimento riproducibile dal corpo umano. Il nostro sistema motorio, infatti, e' costellato dai cosiddetti "neuroni-specchio", scoperti nel 1992 dal gruppo di scienziati coordinato da Giacomo Rizzolatti, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'Universita' di Parma, che si attivano quando un individuo compie un'azione e quando osserva la medesima azione compiuta da un altro soggetto.
Professor Rizzolatti, e' vero che l'esistenza dei neuroni-specchio e' venuta alla luce grazie a delle scimmie? "Si', io e la mia equipe, piu' di vent'anni fa, stavamo studiando il sistema motorio del macaco: invece di costringere l'animale a fare dei gesti specifici, lo analizzavamo in condizioni di liberta', prendendo noi il cibo e facendo noi i gesti. Ecco, ci siamo accorti che, mentre ci osservava, i neuroni del macaco corrispondenti al gesto compiuto da noi si attivavano: erano i neuroni-specchio, che creavano una congruenza tra l'azione dello sperimentatore e quella della scimmia".
Quanti neuroni di questo genere esistono? "Molti, ma il numero non e' importante. Ci sono quelli del rompere, del tenere, dello spingere e cosi' via: un vocabolario motorio completo che serve per compiere e riconoscere azioni. Questa scoperta, dunque, ci ha spinti a studiare l'uomo. Da qui abbiamo capito che non solo i neuroni-specchio riguardano il mero movimento, ma anche il linguaggio, inteso come risultato di una serie di informazioni trasmesse con una gestualita', e persino l'empatia umana, perche' gli stessi neuroni che si attivano quando io ho dolore si attivano anche quando vedo dolore in chi mi sta vicino".
Ma cosi', se anche le emozioni sono programmate biologicamente, l'essere umano non si riduce a macchina? "In quanto scienziato e' naturale che io debba studiare la causa e l'effetto dei fenomeni, ma e' indubbio che l'uomo e' molto di piu' di una macchina. I rapporti inter-sociali e gli affetti sono si' mediati dai neuroni, perche' non possono essere fattori miracolosi (siamo degli esseri fisici e in quanto tali rispondiamo alle leggi della fisica) e in questo senso siamo macchina, ma possediamo anche una tale ricchezza interiore che non e' di sicuro spiegabile solo dalla scienza".
Quindi a cosa servono concretamente questi neuroni-specchio? "Io e il mio staff li usiamo molto con i malati, per la riabilitazione motoria. Faccio un esempio: chi si rompe una gamba in un incidente ed e' costretto a rimanere a letto ingessato per un mese, quando ritorna a camminare zoppica leggermente; noi gli rimostriamo la camminata corretta e lui in brevissimo tempo la riacquisisce. Il programma motorio su come camminare bene e' dentro il suo cervello, basta ricordarglielo. Inoltre, riteniamo che il non sviluppo di questi neuroni sia una delle cause dell'autismo".
In che senso? "Beh, i bambini autistici hanno dei grossi problemi nel riconoscere le emozioni degli altri. In piu', hanno difficolta' nella vasta gamma della deambulazione: quando non si sviluppa il sistema motorio e' naturale che non si possono comprendere i gesti degli altri e si tende ad isolarsi. La ricerca scientifica, di conseguenza, adesso si sta impegnando nel trovare il modo di utilizzare nella pratica la scoperta dei neuroni-specchio, in vari settori della medicina, per cercare di stimolarli dove sono come 'atrofizzati' e risolvere diverse problematiche legate al movimento, alla relazione con l'altro essere umano, al linguaggio e ai sentimenti".
(Wel/ Dire)