(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 22 mar. - Quando si parla con qualcuno, si tende a imitare i movimenti dell'altro senza rendersene conto, andando a tempo con l'interlocutore. Una sincronia che invece salta se la persona che si ha di fronte viene percepita come non sincera o disonesta. E' la conclusione a cui sono giunti i ricercatori dei dipartimenti di Psicologia dell'Universita' di Milano-Bicocca e dell'Alma Mater di Bologna, con uno studio pubblicato sul 'Journal of nonverbal behavior'. In sostanza, spiega l'Ateneo di Bologna in una nota, "la moralita' altrui e' decisiva per il successo delle interazioni umane quotidiane".
I ricercatori si sono concentrati sui "movimenti sincronici", che sono "espressione dei comportamenti spontanei delle persone". Lo studio ha coinvolto 92 volontari, scelti tra gli studenti dell'Universita' milanese: a coppie, e' stato chiesto loro di eseguire in sincronia alcuni semplici movimenti, come incrociare le mani sul tavolo o mettere la mano destra sulla spalla sinistra, dettati dal partner che di volta in volta era percepito come onesto o disonesto. I ricercatori hanno cosi' notato che il tempo di reazione nell'imitare l'interlocutore considerato sincero era minore rispetto a quello nei confronti del compagno 'sleale'. Il divario era invece praticamente uguale nel caso l'altra persona fosse percepita ostile o socievole.
La ricerca, spiegano gli autori dello studio, "ha analizzato il modo in cui la moralita' degli individui influenza la capacita' di muoversi in sincronia e come, nelle interazioni sociali quotidiane, si tende a imitare spontaneamente i movimenti altrui. Quando infatti dobbiamo interagire con un'altra persona, vogliamo sapere prima di tutto se e' onesta e sincera. E cosa succede quando una persona ammette di aver messo in atto un comportamento disonesto? Questa informazione quanto puo' influenzare i comportamenti automatici, non consapevoli, che mettiamo in atto in sua presenza?".
I risultati ottenuti dimostrano che "la difficolta' a coordinare i propri movimenti con quelli di persone disoneste rappresenta una strategia implicita e inconsapevole di allontanamento della minaccia sociale, per proteggere se stessi e gli altri ed evitare un 'contagio morale'".
(Wel/ Dire)