(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 9 feb. - Un database che fotografa in tempo reale la situazione di ogni istituto, la sorveglianza dinamica che apre le celle per 8 ore al giorno e consegna ai magistrati un quadro piu' incisivo della personalita' di ogni detenuto, maggiore attenzione all'affettivita', ai minori, alle donne e alle madri detenute.
Senza dimenticare il complesso comparto "lavoro". Si va via via strutturando, nel processo di riforma avviato dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, il nuovo modello di carcere che ha il compito di riconsegnare dignita' ai detenuti e un ruolo piu' consono all'Italia nel panorama del diritto penitenziario europeo.
L'accelerazione per una riforma richiesta a gran voce da piu' parti l'ha dettata Strasburgo con le condanne che hanno messo nero su bianco una situazione non piu' accettabile e interventi non piu' rinviabili, tra diritti negati, trattamenti inumani e degradanti e sovraffollamento degli istituti di pena. Ma se "e' indubitabile che alcuni degli interventi siano scaturiti dalle indicazioni della sentenza "Torreggiani", e' altrettanto vero - si legge nella relazione sull'amministrazione della giustizia 2015 - che numerosi provvedimenti portati a compimento nell'ultimo anno costituiscono il frutto di una elaborazione durevole e sistematica destinata a perfezionarsi nel prossimo futuro".
Ecco in sintesi gli interventi piu' significativi evidenziati nel documento curato dall'Ufficio di Gabinetto del ministro Orlando. Per monitorare i risultati raggiunti e seguire i successivi progressi "e' stato elaborato un database che consente agli istituti penitenziari di inserire, a cadenza mensile, i dati piu' significativi. Si tratta di uno strumento che permette di avere, a livello centrale e di provveditorati, una fotografia sugli aspetti di maggiore rilevanza di ogni singolo istituto penitenziario, utile per programmare ulteriori interventi migliorativi. Il risultato e' che da oltre 9 mesi nessun detenuto ha dimorato in una cella al di sotto dei 3 metri quadrati, e questo anche negli istituti di maggiore complessita', come le case circondariali dei grandi centri metropolitani".
Sorveglianza dinamica. Declina il nuovo modello di vita nel carcere: "Da un lato, consente l'apertura delle celle e la libera circolazione dei detenuti nella sezione per almeno otto ore al giorno, dall'altro, realizza un esercizio piu' razionale della funzione di custodia assegnata alla Polizia Penitenziaria che e' posta a guardia non di una singola cella, ma della zona di passaggio dei detenuti, con piena osservazione delle dinamiche relazionali".
L'innovazione responsabilizza i detenuti e consente all'Amministrazione penitenziaria di conoscere piu' a fondo personalita' e cause della devianza criminale: dati importanti che aiutano a produrre relazioni piu' complete e offrono ai magistrati di sorveglianza ulteriori elementi che "possono consentire una piu' estesa utilizzazione delle misure alternative". Incidendo positivamente anche sul sovraffollamento.
Affettivita'. Grande attenzione e' stata dedicata al modo in cui si declinano i rapporti con i familiari: lo sforzo organizzativo ha permesso un generale incremento dei colloqui su piu' giorni alla settimana e anche nelle fasce pomeridiane e nelle giornate festive, l'implementazione del sistema della prenotazione delle visite e la previsione, in quasi tutti gli istituti penitenziari, della scheda telefonica.
Minori. Nel primo semestre sono stati circa 120 mila gli ingressi dei minori in carcere. Per attutire gli effetti del contatto con gli istituti, sono stati previsti ludoteche per i colloqui, ambienti dotati di murales e di giochi, colloqui anche in fasce pomeridiane e nelle giornate festive per non ostacolare la frequenza scolastica.
Donne. Sono stati sviluppati diversi protocolli gestionali per adeguare le iniziative istruttive e lavorative destinate alle donne alla molteplicita' e specificita' dei loro bisogni, con particolare attenzione alle attivita' di sensibilizzazione e contrasto alla violenza di genere ed al femminicidio. Nel corso del 2015, e' stato aperto l'Icam di Torino, realta' che va ad aggiungersi a quelle di Milano, Venezia e Senorbi. Altri Icam saranno, a breve, realizzati a Lauro e a Barcellona Pozzo di Gotto. E' in corso di predisposizione anche il progetto per la realizzazione di un Icam a Roma.Per assicurare possibilita' di accedere alle misure alternative/sostitutive della detenzione anche alle madri detenute sprovviste di riferimenti familiari e abitativi, e' stato sottoscritto un Protocollo di Intesa con il Comune di Roma e la Fondazione Poste Insieme, per la realizzazione di una Casa Famiglia Protetta a Roma che sara' localizzata in un immobile confiscato alla mafia e potra' ospitare sino a 6 genitori con bambini fino ai 10 anni di eta'.
Internet. E' stata regolamentata la possibilita' di accesso ad internet da parte dei detenuti, aprendo cosi' la strada all'uso dei computer e alle modalita' di connessione ad internet per motivi di studio, aggiornamento professionale o famigliari.
L'iniziativa e' finalizzata a sostenere i percorsi rieducativi e ad ampliare le potenzialita' dei progetti trattamentali attivati in collaborazione con il mondo dell'imprenditoria, del privato sociale e con gli Enti Locali.
Lavoro. Anche sul tema del lavoro sono state spese grandi energie per consolidare una cultura orientata a fornire competenze professionali spendibili anche all'esterno, con il pieno contributo del mondo imprenditoriale e delle cooperative. Edilizia. Sono stati emanati decreti ministeriali di chiusura di alcuni istituti con caratteristiche non adeguate al nuovo modello detentivo e fortemente anti-economici mentre prosegue l'attivita' istituzionale per la riqualificazione e valorizzazione del patrimonio demaniale in uso governativo all'Amministrazione Penitenziaria. Va, in proposito, segnalato che e' stato ottenuto un rilevante aumento dei posti disponibili. In base alle ultime rilevazioni, sono 52.164 i detenuti ristretti negli istituti al 31 dicembre 2015, mentre alla stessa data sono 39.274 quelli in regime di esecuzione esterna.
(Wel/ Dire)