Vengono meno le ragioni del 'No' in assenza di un bisogno demografico
(DIRE-Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 9 feb. - "L'essere umano e' contro natura. È un animale che si e' sottratto alla gabbia degli istinti grazie alla cultura, e all'interno di tutte le culture ci sono degli universali. E' universale, ad esempio, la tendenza alla formazione della famiglia, a riconoscere e istituzionalizzare i gruppi umani che si formano sulla base dell'amore, della collaborazione e dell'amicizia. E' stato pero' il forte tasso di mortalita' del passato a rendere lecite quelle unioni che rispettavano il bisogno di incremento demografico, attraverso la produzione della prole, e illecite quelle omosessuali. Oggi, pero', non c'e' piu' quest'imperativo demografico, al contrario abbiamo un problema di sovrappopolazione e dobbiamo essere piu' tolleranti verso la diversita'". La pensa cosi' Luigi Zoja, psicoanalista junghiano e saggista, interpellato dalla DIRE sul tema delle unioni civili e dell'amore omosessuale.
"Sia l'Ebraismo che l'Islam avevano un tabu' sulla carne di maiale, perche' nell'antichita' era la meno igienica. Oggi se ne puo' discutere- spiega Zoja- tanto che mangiamo il prosciutto in quanto non esiste piu' il problema igienico. Allora anche sulla sessualita' si puo' essere piu' elastici. Personalmente- aggiunge l'analista- giudico esagerate le parate dell'orgoglio gay. Tutte le diversita' (di lingua, religione, razza e nell'eros) dovrebbero essere qualcosa di accettato. Non esiste alcuna superiorita' o orgoglio nell'essere eterosessuali o omosessuali". - Oggi piu' che amore c'e' solitudine? "Per la prima volta nella storia c'e' una diminuzione dell'amore nel senso piu' letterario del termine. Parlando di adolescenti- prosegue lo psicoterapeuta- pensiamo al fenomeno del 'ritiro sociale'. Si chiamano hikikomori, ragazzi che si chiudono tra quattro mura e comunicano con il mondo esterno solo attraverso la tecnologia. Ne parlo nel mio libretto 'La morte del prossimo'". E' una tendenza partita dal Giappone, che ha poi invaso le zone piu' modernizzate e ricche della Cina. "In queste nuove classi borghesi e' impressionante il numero di giovani rinchiusi. Sono soprattutto maschi- rivela Zoja- ed e' un fenomeno che e' arrivato anche in Italia. Si sta espandendo molto rapidamente".
- Come mai riguarda soprattutto i maschi? "Perche' sono saltati completamente e definitivamente i modelli maschili. C'era qualcosa di eroico e di combattente nell'identita' maschile che non aveva un corrispondente tradizionale in quello femminile. In realta', oggi la competitivita' - chiosa l'analista junghiano- dettata perlopiu' da motivi economici, e' ulteriormente aumentata. Trovare lavoro e' difficilissimo e quando lo hai lo tieni stretto, e i ragazzi non nati bulli sono spaventati dal ruolo aggressivo e competitivo che dovrebbero assumere. Quindi si ritirano".
- Il ritiro corrisponde a difficolta' corporee sia di maschi che femmine? "Si', solo che nelle femmine si manifesta soprattutto con patologie alimentari (anoressia e bulimia). I maschi invece non vogliono farsi vedere- precisa Zoja- temono anche di guardarsi allo specchio".
- Cosa succede sul piano della sessualita'? "Rinunciano ai rapporti, incluso quelli sessuali, per paura delle responsabilita' che essi comportano. Malgrado siamo a due generazioni di distanza dalla rivoluzione sessuale degli anni '60, c'e' un ritorno alla masturbazione, a un amore solitario, nonostante i tabu' rispetto alla sessualita' siano in gran parte superati tra gli adolescenti e i loro genitori".
- È un amore narcisistico? "Si, i contatti sono molto veloci. Ci sono anche i giovani che si affezionano, ma perche' avvertono un bisogno di amicizia. Esistono sicuramente dei rapporti stabili- avverte lo psicoanalista- ma nella maggioranza dei casi i legami duraturi sono temuti perche' costituiscono un impegno di cui non riescono ad affrontarne le responsabilita'. La motivazione e' la stessa anche per spiegare come mai un tempo si facevano i figli nel decennio tra i venti anni e i trenta, mentre adesso si e' passati al decennio tra i 30 e i 40 anni- conclude- se non addirittura a quello tra i 40 e i 50".
Zoja ha recentemente pubblicato un libro dal titolo 'Psiche', in cui spiega le emozioni solitarie che alimentano le patologie della psiche postsociale.
(Wel/ Dire)