Crisi: Non va utilizzato da solo ma inserito in batteria strumenti
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 22 set. - "Nessun test va mai utilizzato da solo, ma va sempre inserito in una batteria armonica e ragionata di strumenti che possa studiare le differenti dimensioni della personalità affrontandola da differenti prospettive. Tali strumenti devono sempre essere accompagnati dall'elemento centrale della valutazione psicologica: i colloqui psicologici". A dirlo è Alessandro Crisi, professore de La Sapienza Università di Roma, fondatore e presidente dell'Istituto Italiano Wartegg, a cui si deve la creazione di un nuovo sistema di siglatura del test di Wartegg: il Crisi Wartegg System (CWS).
- Cos'è il test di Wartegg? "È un test grafico proiettivo estremamente facile e comprensibile per l'esaminato. È formato da un foglio suddiviso in 8 riquadri, ciascuno dei quali contiene un piccolo segno grafico, il segno-stimolo. Tali segni-stimolo possono essere ricollegati a specifiche aree della personalità. Nel test viene richiesto all'esaminato di utilizzare i segni stimolo proposti per effettuare dei disegni di senso compiuto. È un test molto antico, venne creato dallo psicologo tedesco Ehrig Wartegg negli anni '20- spiega lo psicoterapeuta- quasi in contemporanea con il test di Rorschach delle macchie di inchiostro". Completati i disegni, lo psicodiagnosta "è chiamato a valutare ognuno di essi attraverso un procedimento di siglatura. Dall'insieme di queste valutazioni vengono ricavati degli indici numerici che possono darci delle indicazioni sulla struttura della personalità del soggetto".
- Perché è stato necessario creare un nuovo sistema di siglatura? "L'uso del test era reso molto difficile da una modalità di siglatura lunga e complicata che si basava su di una teoria psicologica della personalità, la Psicologia della Totalità, che ha rappresentato una corrente secondaria nella storia della Psicologia. Essa non costituiva un modello di personalità completo in grado di descrivere l'intera personalità. Agli inizi degli anni '80- chiarisce il terapeuta- avendo l'Istituto di Ortofonologia (IdO) deciso di utilizzarlo con i bambini con problemi di sordità, emerse la necessità di creare una tecnica di siglatura e interpretazione diversa, più gestibile e attendibile da un punto di vista interpretativo. Sulla base delle mie esperienze nell'uso di altri test, in particolare del test di Rorschach, creai 8 categorie di siglatura con propri criteri valutativi da cui emersero degli indici in parte cognitivi e in parte affettivi che offrono una descrizione intera della personalità".
I dati che "utilizziamo per descrivere la personalità sono ricavati da un campione di 2.300 persone a cui è stato somministrato il test. Questo campione ci ha permesso di definire i valori normativi per ognuno degli oltre 100 indici che si ricavano dal test. Grazie a dati normativi è possibile individuare quegli indici che fuoriescono dalla norma e che sono, quindi, molto significativi da un punto di vista clinico.
All'inizio degli anni '90 creammo, inoltre, con l'IdO un campione di riferimento di 300 bambini dell'Italia centrale".
- In cosa si differenzia dal test di Wartegg da quello di Rorschach? "Sono due test proiettivi, la differenza sta nel mezzo con cui la persona ci comunica le sue risposte: con Rorschach c'è solo la verbalizzazione, la persona parla; in quello di Wartegg c'è il grafismo, la persona disegna". L'uso abbinato dei due test "si sta dimostrando estremamente utile ed efficace nel campo psicodiagnostico".
- Cosa significa valutare sia le dimensioni cognitive che affettive? "La persona nel momento in cui risponde agli stimoli di un test, lo fa reagendo con tutta se stessa. Nell'operazione del disegnare intervengono due fattori contemporaneamente: da un lato, agiscono principalmente fattori percettivi e cognitivi; dall'altro, soprattutto quando il segno stimolo del riquadro va a toccare degli aspetti sensibili da un punto di vista affettivo ecco che l'aspetto emozionale affettivo prevale e talvolta prende il sopravvento su quello cognitivo. Rispondere a un test è un processo molto complesso e articolato, e, generalmente, nel rispondere soprattutto ad un test proiettivo, tendiamo a esternalizzare i principi organizzatori della nostra personalità". - Il test di Wartegg è stato adottato dalle Forze Armate italiane e, in particolare dalla Marina militare. Potrebbe spiegare quali sono gli sviluppi di questo test e dove viene adottato? "Il CWS è nato in un campo clinico sviluppatosi prevalentemente all'interno dell'IdO. Il test di Wartegg esisteva già in altri contesti, come l'orientamento scolastico e professionale soprattutto dalla Scuola Salesiana. L'idea fu di proporlo anche nei processi di selezione delle Forze Armate italiane. Così lo presentai alle Forze Armate nella seconda metà degli anni '90, e nel 2001 la Marina militare accettò di effettuare una sperimentazione sul test di Wartegg nella selezione degli allievi ufficiali dell'Accademia Navale di Livorno. I risultati di questa sperimentazione furono talmente positivi che l'anno dopo il test di Wartegg fu introdotto ufficialmente dalla Marina Militare nei propri processi di selezione. Poi iniziarono ad adottarlo in maniera continuativa l'Esercito italiano, l'Aeronautica militare e la Polizia di Stato. Siamo tuttora fornitori del materiale creato e ideato dall'Istituto Italiano Wartegg- avverte Crisi- e nel campo della selezione ci serviamo di un software". Il CWS, insieme ad altri test, "va a verificare la presenza di patologie all'interno della persona esaminata. E' uno strumento potente e interessante ma- ripete lo psicoterapeuta- va sempre utilizzato con altri test e insieme ai colloqui psichiatrici e di gruppo".
- Quali sono le prospettive future? "Attualmente sto andando molto spesso all'estero. Dal 2008 ho iniziato a partecipare a congressi e seminari negli Stati Uniti, organizzati dalla Society for Personality Assessment di cui sono Fellow. Nel prossimo novembre ritorno negli Usa per due nuovi corsi di formazione sul test di Wartegg con il metodo CWS e a marzo sarò all'Università di Denver, in Colorado, che mi ha invitato a tenere un quadrimestre di formazione sul CWS. Un altro paese dove il CWS sta avendo successo è la Svezia- conclude Crisi- dove abbiamo già concluso, negli ultimi anni, quattro corsi di formazione per psicologi sia in campo clinico che della selezione".
(Wel/ Dire)