Aumentano tumori infantili. L'ambiente conta, cambiare prospettiva
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 20 ott. - "L'incremento di diagnosi di autismo negli Stati Uniti non è reale, mentre l'aumento dei disturbi del neurosviluppo e delle patologie psichiatriche in generale deve essere inserito in un contesto più ampio. Sono infatti aumentate l'obesità, i tumori infantili e le patologie autoimmuni. Questo ci dice che la genetica classica, quella del Dna, si rivela sul piano molecolare riduzionista e sbagliata. L'ambiente condiziona, è un determinante fondamentale di salute e di malattia". Lo rivela Ernesto Burgio, pediatra e membro dell'European Cancer (Eceri) di Bruxelles, al XVI convegno nazionale dell'Istituto di Ortofonologia (Ido).
"Il Dna è solo una molecola, un esecutore, i geni non lavorano da soli e cosa fare glielo dice l'ambiente. L'epigenetica è biologia molecolare. Su Pubmed aumentano gli studi sul cervello, che oggi sono 76 mila. Cosa cambia?- chiede Burgio- si passa dalla genetica all'idea che il Dna è solo una piccola parte del gioco. Esiste un software più complesso che interagisce con l'ambiente. Tutto lo sviluppo è condizionato dall'ambiente: catene alimentari, metalli pesanti, campi elettromagnetici, inquinamento atmosferico".
Il punto chiave è il 'Fetal programming': "Il feto riceve informazioni nei 9 mesi e le trasforma in cellule differenziate. Lo sviluppo è condizionato da tutte le informazioni che noi gli diamo in quei 9 mesi, che sono i più importanti della vita".
Sono in aumento i tumori infantili: "160 mila casi e il numero maggiore si verifica nel primo anno di età. Cambia l'esposizione gametica. Uno su 12 mila nasce con la leucemia. Cambia anche l'incidenza dei tumori rari-fa sapere Burgio- aumentano i linfomi nei bambini di uno, due anni a un ritmo del 4%. Dobbiamo ridurre l'esposizione materno-fetale".
Il Cdc di Atlanta dice che l'aumento di autismo, stabile per 30 anni, sia iniziato alla fine degli anni '90. Sempre negli Stati Uniti 1 bambino su 6 ha disturbi del neurosviluppo, dati lontani dalla nostra realtà- precisa Burgio, membro dell'European Cancer (Eceri) di Bruxelles- anche se in ogni classe ce n'è uno. È allarmante ma è evitabile, e l'epigenetica dice che si può fare qualcosa. È tutto psichico, tutto organico e biochimico. Un bambino abusato è pieno di marcature epigenetiche- ricorda il medico- questo è transgenerazionale. L'età dei nonni è significativa, ma incide anche se la madre abbia subito abusi nella prima infanzia. Risulta dai dati anamnestici nei bambini autistici".
La differenza è nei rapporti sociali: "La comunicazione fa la differenza. La cultura ha un ruolo fondamentale. La neurogenesi continua per tutta la vita- afferma il pediatra- questo perché l'ambiente costruisce le aree celebrali. Si pensi che la neurogenesi viene bloccata dall'alcol, mentre è attivata dalla musica nei primi tre anni di vita".
Su Lancet "si parlava di pandemia silenziosa dei disturbi del neurosviluppo a causa di metalli pesanti, campi elettromagnetici e pesticidi presenti anche in casa. Queste sostanze sono state trovate nei cordoni ombelicali. Lo rivelano studi tedeschi e inglesi, mentre- denuncia Burgio- in Italia sono pochissime le ricerche sul campo".
Infine, un'ultima curiosità il medico la dà sullo sperma maschile: "Se lo sperma del padre subisce un'esposizione a questi fattori di rischio in adolescenza- conclude- aumenta poi nel figlio la possibilità di sviluppare un disturbo dello spettro autistico".
(Wel/ Dire)