Lucangeli (Università Padova): Abbracci e apprendimento si conciliano
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 20 ott. - "Chi lavora nell'ambito dell'aiuto ai bambini deve conoscere davvero cosa sono i processi di sviluppo, dagli aspetti neurofunzioni a quelli delle emozioni, dagli aspetti della relazione ai metodi attraverso cui, dalla scuola alla clinica, si aiuta davvero". Ne è convinta Daniela Lucangeli, docente di psicologia dello Sviluppo dell'università degli studi di Padova, intervenendo al XVI convegno nazionale dell'Istituto di Ortofonologia (IdO).
"Aiutare i bambini è difficile perché significa riuscire a capire di cosa hanno bisogno- afferma la psicologa- non con la nostra sostituzione ma con la nostra presenza permettiamo loro di esprimere al meglio le potenzialità".
Lucangeli tiene "a far capire che non si bleffa su questo. Il problema diventa etico, non solo professionale o scientifico. La ricerca scientifica ha dei risultati straordinari, che spiegano come nella plasticità e nel tempo di plasticità il nostro sistema nervoso centrale risponde ottenendo il meglio dalle sue funzioni a seconda di come è aiutato. Questo implica responsabilità e necessita di una formazione- aggiunge- che davvero non faccia più finta di sapere, ma che si metta a confronto ascoltando tutto".
ABBRACCI E APPRENDIMENTO SI CONCILIANO. "Siamo sistemi complessi, dove le emozioni accompagnano le nostre funzioni. Non c'è un atto della vita psichica- precisa Lucangeli- in cui le emozioni non restino presenti, coscientemente o sotto coscienza".
Questo significa che "quando un bambino impara, mentre impara, se sente un'emozione negativa come la paura, tutte le volte che ripercorrerà quell'apprendimento, accanto all'apprendimento ripercorrerà anche la paura. Quindi- spiega la psicologa- apprende a stabilizzare anche l'emozione che in un certo senso gli fa da antagonista".
Chi lavora nell'ambito dell'educazione e nell'ambito della clinica "lo deve capire. Non c'è contraddizione nel dare un'unità didattica che aiuti l'apprendimento, insieme ad uno sguardo che rassicuri e incoraggi. L'uno non sostituisce l'altro".
Lucangeli ribadisce: "Non possiamo sostituire con schede o con sistemi artificiosi e artificiali quello che è la capacità comunicativa e intersoggettiva nell'aiuto. Il principio di non contraddizione aiuta ma- conclude la docente- vale in una direzione come nell'altra. Come l'abbraccio non sostituisce la competenza, la competenza non sostituisce l'abbraccio".
(Wel/ Dire)