Ricerca IdO, Istituto Wartegg e Università degli Studi di Padova
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 13 ott. - Studiare il bambino secondo una prospettiva multifocale, dove la diagnosi e l'intervento terapeutico non si fermino solo ai sintomi specifici dei Disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa), ma includano anche le componenti emotive e genitoriali. È l'obiettivo di una ricerca che nasce da una ormai consolidata e sempre attiva collaborazione tra l'Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), l'Istituto Italiano Wartegg e il Dipartimento di Psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell'Università degli Studi di Padova.
I tre istituti hanno sentito la necessità di "superare il primato cognitivo e neurobiologico per lo studio dei Dsa, rivendicando l'associazione netta ma ancora troppo poco indagata con i disturbi internalizzati". Al XVI convegno dell'IdO, su 'Il processo diagnostico nell'Infanzia. Cosa e come valutare sintomi e comportamenti dei bambini' (16-18 ottobre a Roma e in diretta streaming nazionale su www.ortofonologia.it), verrà descritto il profilo psico-affettivo dei bambini e delle loro famiglie e l'importanza dello studio del pattern di attaccamento.
"Lo stato dell'arte riporta ancora scarsi risultati empirici rispetto alle possibili relazioni causali tra difficoltà di apprendimento e sintomi d'ansia e depressione, lasciando così aperta la questione di quale sia la diagnosi primaria e quali invece gli effetti secondari".
COME APPAIONO I BAMBINI CON DSA? - "Dalla letteratura internazionale- afferma l'equipe di studiosi- emerge come il profilo affettivo dei bambini con diagnosi di Dsa sia caratterizzato da elevati livelli di paura del fallimento, disorganizzazione sotto la pressione delle prove; fobia sociale e ansia di separazione che incrementano in loro la paura di restare soli, di venire abbandonati e di ammalarsi. Per quanto riguarda lo spettro depressivo- si legge nella ricerca- mostrano sintomi marcati, percepiscono elevati livelli di inefficacia e convinzioni negative distorte, uniti a inibizione comportamentale e pensieri disadattavi. Sotto il profilo relazionale non hanno un attaccamento sicuro, presentano scarsa regolazione emotiva e possono mostrare inferiori abilità di elaborazione delle situazioni sociali. Hanno difficoltà a considerare altri punti di vista, a riconoscere imbarazzo, orgoglio e senso di colpa; a processare emozioni sociali complesse basate sulla considerazione del contesto sociale e delle prospettive di ciascuno. Tali caratteristiche possono avere forti implicazioni in ambito scolastico: i bambini con diagnosi di Dsa potrebbero non accettare l'autorità, sperimentare forti livelli d'ansia con insegnanti più controllanti e rigidi e giudicarli più rifiutanti, non percependoli così come base sicura ".
COME APPAIONO LE FAMIGLIE? "Le famiglie in cui sono inseriti i bambini appaiono meno strutturate, più disorganizzate e conflittuali. Lo stile di parenting è autoritario con una minore espressività emotiva e un minor supporto sociale percepito. I sintomi di ansia e depressione materna risultano infine correlate con il Dsa. L'insieme di questi elementi si identifica come possibili fattori di rischio nello sviluppo psico-affettivo del bambino".
Tenendo conto di questo background teorico, obiettivo generale della ricerca è stato quello di proporre uno studio esplorativo per la definizione di un modello di comprensione dei bambini che tenga conto, oltre all'aspetto sintomatico diagnostico di Dsa, anche delle componenti affettive, di personalità individuali e familiari in un'ottica multi-method e multiple informant.
I risultati della ricerca saranno divulgati nel corso del XVI convegno nazionale dell'IdO.
(Wel/ Dire)