Se ne parla a Pavia l'11 e 12 dicembre con esperti internazionali
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 17 nov. - Quando un bambino a 4 anni fa domande ai genitori sulla morte o sul senso dell'universo e negli occhi gli si legge l'angoscia, c'è poco da rallegrarsi per la sua intelligenza. Per i bambini 'gifted', ossia che hanno il 'dono' di un quoziente di intelligenza superiore a 120, la vita non è così semplice come potrebbe sembrare. "Ci sono tre problemi ricorrenti: difficoltà a fare amicizia con i coetanei, noia a scuola ed estrema sensibilità ed emotività", spiega Steven Pfeiffer, psicologo americano che da oltre 30 anni studia i bambini gifted. Lo psicologo è stato a Milano perché ha partecipato agli inizi di novembre al convegno 'Intelligenza e creatività', organizzato da Step-net, associazione nazionale dei genitori che hanno figli plusdotati.
"Siamo stanchi di nasconderci -afferma Viviana Castelli, presidente dell'associazione e mamma di due bambini gifted- spesso si tratta di ragazzi che hanno comportamenti che possono sembrare 'asociali' e loro stessi non si sentono capiti. Per i genitori, poi, c'è l'angoscia di non essere all'altezza e la preoccupazione perché vedono che i loro figli non riescono a inserirsi nel gruppo di amici o a scuola". Secondo la letteratura scientifica, circa il 5% dei bambini ha un quoziente di intelligenza elevato, in pratica uno in ogni classe.
Genitori e studiosi chiedono al Parlamento e al governo il riconoscimento dell'esistenza dei bambini gifted. "Abbiamo anche predisposto delle linee guida per un disegno di legge- spiega Viviana Castelli-. I nostri figli fanno fatica a frequentare la scuola, perché non ha gli strumenti adeguati per accoglierli. Paradossalmente, succede anche che l'abbandonino. Bisogna pertanto prevedere un'adeguata formazione degli insegnanti. E a livello nazionale, predisporre i programmi scolastici in modo tale che ci siano percorsi anche per questi alunni, così come avviene per quelli disabili".
Intanto gli incontri su questo tema proseguono. L'11 e 12 dicembre si svolgerà a Pavia, nell'aula 400 al Corso Strada Nuova 65, la sesta edizione del convegno nazionale del Laboratorio Italiano di Ricerca e Intervento sullo Sviluppo del Potenziale del Talento e della Plusdotazione (LabTalento) dell'Università degli Studi di Pavia. Un evento annuale rivolto a professionisti che a vario titolo si occupano di sviluppo del potenziale, di talento e di alto potenziale cognitivo (ricercatori, psicologi, educatori, pediatri, neuropsichiatri e insegnanti) e ai genitori interessati.
Obiettivo principale sarà creare uno spazio di incontro e di confronto, in cui discutere dello stato attuale della ricerca, italiana e internazionale, su questi temi e delle azioni attuabili nei diversi contesti di crescita di questi bambini. Il contesto centrale di riferimento sarà la scuola, come luogo di crescita dell'individuo e di valorizzazione delle competenze e delle potenzialità. Lo scopo è quindi "promuovere e diffondere azioni di didattica inclusiva, a partire da esperienze consolidate in ambito internazionale, con specifico riferimento al contesto anglosassone, e in ambito nazionale, con la presentazione dello stato della ricerca in Italia. Il convegno vuole essere un momento di confronto e condivisione di pratiche ed esperienze realizzate e collaudate in ambito scolastico. Il focus delle proposte verterà sull'educazione scientifica e tecnologica, attraverso la proposta di nuove modalità didattiche- fa sapere il LabTalento- capaci di promuovere il successo accademico e il benessere dell'alunno e del gruppo classe".
Nello specifico, Keith Taber, professore dell'Università di Cambridge, presenterà le proposte educative di stampo scientifico nei contesti internazionali. Fran Riga, sempre dell'Università di Cambridge, si focalizzerà sugli aspetti metodologici della didattica inclusiva con alunni ad alto potenziale. "Gli interventi degli altri relatori invitati stimoleranno i partecipanti a una riflessione sulle modalità di applicazione di tali metodologie, attraverso l'analisi di esperienze già condotte nel contesto italiano. Le diverse proposte che i partecipanti avranno modo di approfondire durante il convegno vogliono essere uno stimolo e un punto di partenza per sviluppare una nuova cultura in merito alla delicata tematica della gestione in classe del potenziale individuale. Vogliamo promuovere il 'benessere' cognitivo, emotivo, psicologico e sociale- conclude LabTalento- di tutti i bambini e ragazzi, che rappresentano il futuro del nostro paese, attraverso una visione rinnovata e dinamica della didattica".
(Wel/ Dire)