Opg, chiusura a rilento: ci sono ancora 500 internati
A più di un mese e mezzo dalla chiusura, in arrivo i primi dati
(DIRE - Notiziario Psicologia) Roma, 9 giu. - Lentamente, con qualche regione indietro rispetto alle altre, eppur si muove. Il superamento degli Opg, gli ospedali psichiatrici giudiziari, sta iniziando a dare qualche risultato. I ritardi ci sono, ma gli internati stanno realmente diminuendo. Anche perche' dal primo di aprile non ci sono piu' nuovi ingressi. E' questo il quadro sulla chiusura degli Opg in Italia fatto da Stefano Cecconi, di StopOpg, a poco piu' di un mese e mezzo dal termine della proroga alla chiusura di queste strutture. Un mancato rinvio che ha segnato il vero punto di svolta nella vicenda. "Sapevamo che ci sarebbe voluto del tempo per applicare la legge- spiega Cecconi- ma non potevamo concedere la proroga perche' avrebbe legittimato il ritardo e sarebbe stata la pietra tombale su questa battaglia. La mancata proroga ci permette di insistere con le regioni e chiederne il commissariamento".
Ingressi chiusi per gli Opg, quindi. Nessun nuovo internato, ma nelle strutture ci sono ancora oltre 500 persone, anche se nell'aprile 2011 erano circa 1.400. "Le cose stanno procedendo molto lentamente- spiega Cecconi- ma ce l'aspettavamo. Gli Opg stanno diminuendo la capienza, siamo passati da 700 di fine marzo a poco piu' 500. Sapevamo che sarebbe stato necessario un tempo di transizione". Nessun dato, invece, sugli ingressi evitati. "E' impossibile ad un mese e mezzo dall'applicazione della legge -continua Cecconi-. Abbiamo assistito, pero', a nuovi ingressi sia in Rems (Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza), che a Castiglione delle Stiviere". Incerti anche i dati sulle Rems che secondo StopOpg ad oggi accolgono circa 300 persone, di cui la meta' nell'ex Opg di Castiglione delle Stiviere. Un centro, quest'ultimo, diventato Rems ma che secondo Cecconi "ha semplicemente cambiato targa". Sui ritardi dei territori StopOpg taglia corto: le regioni che stanno indietro e non riescono a mettersi al passo vanno commissariate. E ad oggi, chiarisce Cecconi, in "grave ritardo" sono soprattutto Veneto, Toscana e Calabria. Nonostante ad oggi il quadro dell'applicazione della norma che chiede di superare gli Opg non sia del tutto definito nei numeri, le notizie che arrivano dai territori fanno ben sperare. "C'e' stato un processo di dimissioni di internati grazie al fatto che si comminano misure alternative rispetto alla detenzione - precisa Cecconi -. Non abbiamo solo meno travasi dagli Opg ai mini-Opg, cioe' le Rems, ma si inizia ad applicare anche la parte piu' pregiata della normativa che prevede che principalmente si adottino misure di sicurezza non detentive nei confronti delle persone. Questo sta accadendo in alcune regioni e abbiamo gia' sollecitato il ministero della Salute affinche' si attivino dei "radar" perche' le persone devono essere seguite". Tuttavia, puntualizza Cecconi, in questa fase iniziale, "ci si sta concentrando soltanto sulle Rems, strutture che devono accogliere le persone in misura di sicurezza detentiva". Secondo StopOpg, infatti, i nuovi internamenti nelle Rems con le misure detentive sono ancora troppi e "continuano ad essere la regola anziche' l'eccezione" e richiama l'attenzione sulla legge 81 che, "spostando il baricentro dalla logica manicomiale alla cura delle persone nel territorio, privilegia le misure non detentive e rende obbligatorie le dimissioni a fine pena".
Buone nuove anche sul fenomeno degli ergastoli bianchi. Al 25 marzo del 2015 gli internati usciti per "fine misura" risultavano essere 88, di cui 31 da Aversa, 25 da Castiglione delle Stiviere e 12 da Barcellona Pozzo di Gotto. "Comincia ad essere applicata quella parte della norma che prevede la dimissione quando la misura di sicurezza arriva al limite coincidente con quello che avrebbe avuto la pena per il reato commesso- chiosa Cecconi-.Non sono piu' concesse proroghe. Una persona deve essere dimessa alla scadenza della misura di sicurezza quando raggiunge il cosiddetto massimo edittale della pena. Questa era la fattispecie che generava il fenomeno di alcuni ergastoli bianchi. E' un fatto importante, ora vengono presi in carico dai servizi e abbiamo insistito per ciascuno ci sia un percorso di cura".
In ritardo, anche la magistratura che secondo Cecconi non ha ancora "metabolizzato" la norma. "Parliamo di quella giudicante non quella di sorveglianza, che ci segnala che non ha ancora fatto propria questa norma, disorientante rispetto all'impianto precedente perche' privilegia le misure alternative alla detenzione". Infine il fenomeno misure di sicurezza provvisorie, ancora presente, anche se stavolta sono le Rems le strutture interessate. "Come e' accaduto con gli Opg - conclude Cecconi -, anche le Rems rischiano di essere intasate da persone mandate in osservazione. Questo snatura il mandato di quello che dovrebbe essere la cura delle persone. E' una sorta di parcheggio che non va bene".
(Wel/ Dire)
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